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Chomsky: «Vergognosa l’Europa su Siria e Turchia»

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Noam Chomsky

L'intervista. Noam Chomsky ospite del convegno «Dice2016» organizzato dall’Università di Pisa: «Gli immigrati migliorano l’economia: è inquietante che in paesi dove il tasso di migranti è alto, il razzismo invece di diminuire, aumenti» Noam Chomsky è in questi giorni in Italia ospite del convegno «DICE2016» organizzato dall’Università di Pisa e il Comune di Rosignano «Spacetime-Matter-Quantum Mechanics». Lo abbiamo incontrato in un incontro riservato alla stampa e abbiamo avuto occasione di parlare dello stato politico ed economico mondiale. 20est3 chomsky2 Professor Chomsky, qual è la condizione della democrazia statunitense alle porte delle presidenziali? Parlare dei candidati in termini di popolarità non ha senso, visto la loro impopolarità…ma questo non deve portarci fuori strada, poiché l’insoddisfazione verso le istituzioni negli Stati uniti è estesa. Se chiedete le impressioni sul Congresso, la maggioranza delle persone vi dirà che sono tutti da mandare a casa: tutti odiano banche, multinazionali, governo etc. «L’insoddisfazione verso le istituzioni negli Usa è estesa. L’unica istituzione che sembra essere sempre rispettata è quella militare» Noam Chomsky L’unica istituzione che sembra essere sempre rispettata è quella militare. Le ricerche scientifico politiche, non finanziate perché scomode, dimostrano che il 70% della popolazione, che ha il reddito più basso, non trova riscontro effettivo tra le sue attitudini e le posizioni dei suoi rappresentanti politici; come ci spostiamo un po’ più su nello spettro di reddito si ha progressivamente più attinenza, fino ad arrivare a quella frazione dell’1% che non ha bisogno di leggere le scienze politiche perché è perfettamente rappresentata. Questo genera effetti tremendi, che in Europa conoscete bene, come il crollo dei governi e un violento declino della democrazia che si traducono in disillusione e rabbia e che si mostrano in modi anche piuttosto spaventosi in certi casi: penso al partito neo nazi canadese, alle elezioni in Austria…un po’ la stessa cosa accade anche negli Stati Uniti in misura minore. Queste elezioni correnti sono sorprendenti: Hillary Clinton è una figura politicamainstrem, è una democratica, ma in altri tempi si sarebbe chiamata una repubblicana moderna: entrambi i partiti si sono spostati molto a destra nel periodo delle politiche neoliberali, divenendo poco riconoscibili. «Clinton è democratica, in altri tempi si sarebbe chiamata una repubblicana moderna» Noam Chomsky A proposito del cambio climatico, ogni singolo candidato alle primarie ne nega l’esistenza e perciò non se ne parla più. Donald Trump, invece pensa che dobbiamo incrementare l’uso dei combustibili fossili, specialmente di carbone, eliminare le restrizioni, smantellare la COP21, e rifiutare ogni assistenza ai paesi poveri che tentano di investire nelle energie sostenibili. La sua campagna sta inoltre facendo emergere situazioni analoghe a quelle del nord Europa con episodi di xenofobia, rabbia, paura: la popolazione bianca, che ha una forte tradizione di supremazia bianca, è attraversata però da un inquietante e nuovo fenomeno demografico: c’è un aumento del tasso di mortalità tra i maschi bianchi della classe lavoratrice (35-55 anni) e questo non era mai accaduto in un paese sviluppato e non in guerra… Non è così semplice risalire da questa situazione. C’è relazione tra il crollo dei grandi modelli culturali, come quello raccontato nel suo documentario «Requiem for the American Dream» e la crescente xenofobia? Sì, anche in Europa. Un paio di giorni fa la Merkel ha subito un duro colpo nelle regionali da un partito di ultra destra; la Danimarca è un paese con una percentuale credo pari all’1% di popolazione migrante e sta letteralmente collassando poiché l’idea che qualsiasi cosa possa interferire con la loro purezza è inaccettabile. Quando mi riferisco al crollo del sogno americano alludo a problemi sociali ed economici molto rilevanti per la classe operaia, i cui salari sono uguali a quelli di 40 anni fa; nonostante la crescita del PIL, negli ultimi 15 anni il 95% della ricchezza prodotta è andata nelle tasche di appena l’1% della popolazione. «Sono proprio i paesi occidentali che hanno creato le condizioni per questa guerra» Noam Chomsky Gli Stati Uniti sono il paese più ricco del mondo, ma se consideriamo il Pil rispetto alle misure di giustizia sociale, nelle statistiche dell’Ocse, il loro posto è molto in basso, alla stregua di paesi come la Grecia e la Turchia. Non ci sono ammortizzatori sociali, i salari sono bloccati e i lavori diventano temporanei invece che permanenti. Si perdono lavori nell’industria manifatturiera in parte per i progressi tecnologici e in parte perché le multinazionali scelgono di produrre all’estero dove i salari sono più bassi. Ma gli immigrati non c’entrano, anzi migliorano lo stato dell’economia: lavorano, pagano le tasse, in qualche caso investono. Per questo è inquietante che in paesi europei come la Germania, dove il tasso di migranti è alto, il razzismo invece di diminuire, aumenti. Quali sono i rischi per la ricerca scientifica nel mondo contemporaneo? La scienza negli stati totalitari corre dei rischi molto seri , ma anche in altri ambiti ci possono essere forti limitazioni, a volte molto difficili da superare. Negli Stati uniti, per esempio, ci sono barriere per quanto riguarda la ricerca sulla cellule staminali, soprattutto barriere culturali e sociali. In campi più affini alla ricerca scientifica il contenzioso politico è molto più evidente, ad esempio nel dibattito sul cambio climatico, che riguarda tutti: il partito repubblicano si limita a negare la sua esistenza. Lamar Smith, un rappresentante repubblicano, cristiano evangelico, assilla gli scienziati richiedendo loro di fornire i tabulati delle loro mail tra colleghi, in cerca di una traccia di cospirazione, che tagliando il consumo di combustibili fossili, distruggerebbe l’economia. Anche nelle scienze politiche, come in quelle politico-sociali, le ripercussioni possono essere molto importanti; le ricerche sulle relazioni tra opinione pubblica e politiche pubbliche, come dicevo, non sono quasi mai finanziate, visto che portano spesso alla scomoda conclusione che l’opinione pubblica è poca cosa in politica. Il 24 settembre si terrà a Roma una grande manifestazione di solidarietà contro l’attacco di Erdogan al popolo curdo; qual è la sua opinione al riguardo? Il conflitto risale agli anni ’90: migliaia di persone uccise, centinaia di villaggi distrutti, centinaia di migliaia di persone fuggirono e tutte queste operazioni sono state appoggiate dagli Stati Uniti e paesi Nato. Tra le orribili atrocità ci furono anche processi sommari, come quello al mio editore del tempo, per un mio libro in cui erano contenute 5 pagine sulle repressioni in Turchia. Dopo un momento di maggiore tolleranza – uno dei miei ultimi viaggi è stato per un intervento in memoria del coraggioso editore Hrant Dink che voleva far luce sul massacro degli armeni e che fu ucciso – nell’ultimo anno la repressione si è accentuata: ci sono stati attacchi contro la popolazione curda, centinaia di intellettuali sono stati minacciati, licenziati, imprigionati; gli attacchi in Siria, teoricamente contro l’Isis, si sono dimostrati rivolti ai curdo siriani per impedire loro il controllo del confine con la Turchia. È un conflitto molto aspro che non accenna a migliorare ed è vergognosa la poca attenzione dell’Europa, dovuta probabilmente alle negoziazioni ciniche che sta portando avanti per tenere lontani i profughi siriani. Gli Usa hanno accolto 10.000 profughi, un numero esiguo che rivela la profonda crisi morale di tutti i paesi occidentali: gli stessi, Italia inclusa, che hanno creato le condizioni per questo conflitto, che hanno fornito armi e copertura diplomatica. In termini di responsabilità, è una crisi umanitaria davvero molto pesante per i paesi Nato. Virginia Tonfoni, Il manifesto

24 settembre. In piazza a Roma per il Kurdistan

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eylem

La Rete Italiana di solidarietà con il popolo kurdo chiama alla mobilitazione il prossimo 24 settembre a sostegno del popolo curdo e della rivoluzione democratica in Rojava, per la liberazione di Ocalan La lotta contro l’ISIS in Kurdistan è una lotta per tutta l’umanità, è una lotta che sta avvenendo per tutti noi, anche qui in Europa. L’abbiamo detto e scritto in questi anni in tantissimi articoli, volantini, manifesti e ovunque è stato possibile. Popolo kurdo attaccato anche dalla repressione turca, aumentata (come abbiamo scritto anche su Popoff) ancor di più dopo il “tentato golpe” del luglio scorso. Per ribadire tutto questo, per far sentire la solidarietà dell’Italia, il prossimo 24 settembre la Rete Italiana di solidarietà con il popolo kurdo e Uiki Onlus chiamano movimenti e associazioni a raccolta per una grande manifestazione nazionale in piazza a Roma. La manifestazione partirà alle 14 da Porta Pia contro la guerra turca al popolo curdo, l’accordo tra Unione Europea e Turchia “sui profughi” e per la liberazione di Abdullah Ocalan. Lo scorso 5 settembre è partito uno sciopero della fame, a 18 anni dall’inizio della detenzione del leader curdo e 510 giorni dopo le ultime notizie sulle sue condizioni. Nei giorni scorsi finalmente al fratello Mehmet è stato possibile fargli visita. Al termine della visita Mehmet Ocalan ha riportato che Abdullah Ocalan riferisce “l’isolamento continua, ma non ho problemi dal punto di vista fisico. La situazione continua come prima” e che “ha chiesto alle istituzioni democratiche, agli intellettuali, ai democratici a i pensatori umanitari di unirsi per una soluzione alla questione curda”. Per il fondatore del PKK è in corso una “guerra cieca” nella quale “nessuno può vincere. Questa guerra è continuata per 40 anni. Forse continuerà per altri 80 anni. È una vergogna per via delle persone che muoiono. Questo sangue e queste lacrime devono finire”. E questo può accadere “in sei mesi” se lo Stato turco volesse. Il 12 settembre la co-presidente del DTK Leyla Güven ha annunciato la fine dello sciopero della fame sottolineando “abbiamo detto che avevamo un punto all’ordine del giorno quando abbiamo iniziato lo sciopero della fame e questo oggi si è realizzato. Abbiamo avuto notizie di Öcalan. Mettiamo fine allo sciopero della fame oggi” ma la lotta continuerà “per mettere fine all’isolamento e fargli riavere la sua libertà”. Dopo la pubblicazione del messaggio di Ocalan, secondo il deputato dell’HDP e portavoce della delegazione di İmralı Sırrı Süreyya Önder “i tempi che offre per una soluzione e gli approcci principali fondamentali dovrebbero risvegliare tutti in Turchi e riportarli alla ragione” e che la Turchia “deve prima interiorizzare che questa è una questione politica. Devono arrivare a questo. Se il loro approccio avviene con un’idea militare, si trasforma nell’analisi di Öcalan, non ci saranno vincitori e vinti, ma causerà anni di sofferenze e conseguenze sociali. Lo Stato deve prima liberarsi del suo approccio superficiale di definire la questione in base a concetti di guerra e militari”. La Rete Italiana di solidarietà con il popolo kurdo invita a scendere in piazza * Per fermare l’invasione turca del Rojava; contro la sporca guerra della Turchia al popolo curdo e sulla pelle dei profughi e rifugiati * Contro la repressione della società civile, del movimento curdo e di tutte le forze democratiche in Turchia * Contro la barbarie dell’Isis per l’universalismo dei valori umani; * Per il Confederalismo Democratico * Per bloccare il supporto delle potenze internazionali e locali, in particolare USA e UE alla Turchia e mettere fine al vergognoso accordo sui profughi * Per la fine dell’isolamento e per la liberazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan Dopo il lancio della manifestazione un comunicato stampa ha reso noto che “la pagina Facebook di Rete Kurdistan Italia è stata rimossa da Facebook. Anche in Italia funziona la censura”. “Ringraziamo quei “simpatici” anonimi e vili squadristi – si legge nel comunicato – che hanno segnalato chissà quale foto o post distruggendo il lavoro paziente e quotidiano che negli anni aveva portato la pagina ad avere circa 8.000 contatti, e che ora con pazienza e ancora più determinazione riprenderemo a costruire. Lo dobbiamo a tutti e tutte coloro che in Kurdistan subiscono la repressione e che si aspettano questo lavoro di controinformazione da noi qui. Nel frattempo, tutte e tutti in piazza il 24 settembre a Roma contro il rinnovato attacco turco al popolo curdo. Biji Kurdistan!”. di Alessio Di Florio, popoffquotidiano

Alto Commissario delle Nazioni Unite: Città e paesi bruciati in Turchia

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L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Zeid Ra’ad Al Hussein ha annunciato di essere in possesso di dati che mostrano gravi violazioni dei diritti umani in Kurdistan settentrionale. Ha chiesto alla Turchia di aprire le porte immediatamente al Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite . La 33 esima sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite è iniziata a Ginevra in Svizzera. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Zeid Ra’ad Al Hussein nel suo discorso di apertura ha criticato con parole dure la Turchia. Al Hussein ha chiesto che la Turchia consenta loro l’ingresso in modo che il Commissario per i Diritti Umani sia in grado di condurre un’inchiesta sulle violazioni dei diritti. Città e paesi bruciati Al Hussein ha sottolineato che sono in possesso di dati che mostrano gravi violazioni dei diritti umani nel Kurdistan del Nord e ha dichiarato : “Stiamo ricevendo rapporti e dati sulla base dei quali i diritti umani e il diritto internazionale sono costantemente violati. Tra questi ci sono civili morti, esecuzioni extragiudiziali, e sfollamento forzato su vasta scala. Riceviamo rapporti secondo i quali villaggi e città vengono abbattuti. I bisogni di base di migliaia di sfollati devono essere tutelati e pienamente soddisfatti.” É stata costituita una unità speciale Al Hussein ha espresso che la loro richiesta per un’inchiesta in Turchia per indagare le accuse è stato lasciato senza risposta e che un’unità speciale si è stata costituita a Ginevra per seguire la situazione in Turchia.Al Hussein ha affermato che la Turchia le aveva inviato un invito singolarmente, ma che tale invito “non può sostituire il Commissario per i Diritti umani in visita nel sud-est e la conduzione di un’inchiesta”. Le sessioni continueranno fino al 30 settembre e discuteranno delle violazioni dei diritti provenienti da diverse parti del mondo. Relatori durante la sessone presenteranno i loro rapporti sulla libertà di stampa e di espressione, sulle esecuzioni extragiudiziali, sugli spostamenti forzati e le detenzioni illegali e diverse ONG presenteranno le loro relazioni al Consiglio.

Appello internazionale urgente contro l’invasione in Rojava-aggiornato

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Intellettuali, scrittori, artisti, politici e difensori dei diritti umani hanno avviato una petizione per richiamare l’attenzione con urgenza sull’invasione dello Stato turco in Siria settentrionale e nel Rojava La petizione è come segue: APPELLO URGENTE Noi, politici, intellettuali, artisti, scrittori, accademici e difensori dei diritti umani, stiamo cercando di richiamare l'attenzione sull'invasione dello Stato turco nella Siria settentrionale e nel Rojava. L'esercito turco ha invaso la città di Jarablus nella Siria settentrionale il 24 agosto 2016, utilizzando le operazioni anti ISIS come un pretesto. L'operazione è in collaborazione con il braccio siriano di El-Qaida (Jabhat Fatah al-Sham) e di gruppi come Ahrar El-Sham. ISIS ha consegnato la città, Jarablus, senza che un solo proiettile sia stato sparato. Questa è una chiara indicazione che c'è stato un accordo preventivo tra le parti, e che Jarablus doveva rimanere una base per i gruppi salafiti. Perciò Jarablus rimarrà un corridoio per i combattenti stranieri per entrare in Siria e ricevere addestramento, e poi tornare indietro per essere distribuiti in Europa e nel resto del mondo. Dal terzo giorno dell'operazione (26 agosto 2016) davanti agli attacchi che sono stati diretti contro le forze curde, il Consiglio Militare di Jarablus e il Consiglio Militare di Manbij in Siria settentrionale sono stati ampiamente ripuliti da ISIS da parte di queste forze con il sostegno della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Attaccando queste forze, la Turchia sta interrompendo la lotta contro ISIS e rafforzando ISIS. Tayip Erdogan e altre autorità turche hanno annunciato ufficialmente il proposito dell'operazionedall'inizio come attacchi contro le forze curde oltre che contro ISIS. L'esercito turco si è impegnato in attacchi aerei e in bombardamenti di zone civili, uccidendo almeno 45 persone in due villaggi a sud di Jarablus. Secondo rapporti locali e filmati ricevuti, le forze dello Stato turco e i loro complici stanno utilizzando armi chimiche. La realtà della situazione è che gli Stati Uniti e l'Europa non solo hanno chiuso un occhio su questi attacchi, ma alcuni stati hanno persino dichiarato il loro sostegno all'operazione dello Stato turco. Questo approccio rappresenta una politica impropria e disonesta e deve essere abbandonato immediatamente. Gli attacchi dello Stato turco favoriscono il caos esistente nella regione, acuiscono la guerra civile, creano nuovi rifugiati e aprono la strada a nuove tragedie umane. Questo deve finire. Il popolo curdo e le altre etnie hanno stabilito una amministrazione democratica in Rojava, con la coesistenza pacifica con le altre etnie (assiri, siriani, armeni, arabi, turkmeni, ceceni) e credenze (musulmani, cristiani, ezidi, aleviti) al suo cuore. Questa amministrazione è il primo esempio di Siria democratica che queste persone e le forze democratiche vogliono costruire, e dovrebbero essere sostenute. È dovere morale di tutte le persone democratiche e dei difensori dei diritti umani di resistere contro questi attacchi. Il nostro invito è: * Tutte le persone dalla parte della democrazia e dei valori umani devono alzare la voce sugli sporchi giochi della Turchia e sull'invasione * Le potenze internazionali, in particolare gli Stati Uniti e l'UE, devono ritirare il loro sostegno e schierarsi contro l'approccio dello Stato turco * Per un mondo stabile e la sconfitta di ISIS, dobbiamo agire contro l'intervento all'estero da parte dello stato turco.   Primi Firmatari:

Dario Fo, 1997 Nobel Prize in Literature; Judge Essa Moosa, International Peace and Reconciliation Initiative, South Africa; Massimo de Vita, Direttore Teatro Officina di Milano; Prof. Kariane Westrheim, Chairperson of EU Turkey Civic Commission, Professor at the University of Bergen, Norway; Luisa Morgantini, gia Deputata Europea; Prof. Jose Maria Sison, International League of Peoples’ Struggle (ILPS); Daniela Airoldi Bianchi, Responsabile Progetti sociali Teatro Officina di Milano; Vittorio Agnoletto, gia  deputata europea,University di Milano; Francesca Chiavacci, Presidenza Nazionale ARCI; Dr.Thomas Jeff Miley, Lecturer of Political Sociology, Cambridge University, UK; Federico Venturini, School of Geography, University of Leeds, UK; Janet Biehl, Author and Editor, US; Francesco Andrade Velasco, Former Minister of Culture, Ecuador; Andrej Hunko, MP of Left Party, Germany; Eirik Eiglad, Writer and Publisher, Norway; Lucena Gonzalez Edgar de Jesus, Deputy of the National Assembly, Venezuela; Francis Wurtz, Honorary Member of the European Parliament, France; Ögmundur Jónasson, Parliamentary Assembly, Left-Green Movement, Althingi, Parliament of Iceland; Lotta Johnsson Fornarve, Unified European Left Group (UEL),Parliamentary Assembly of the Council of Europe; Andrej Hunko, Group of the Unified European Left (Vice-Chairperson), Parliamentary Assembly of the Council of Europe-Germany; Matjaž Hanzek, Group of the Unified European Left, Parliamentary Assembly of the Council of Europe-Slovenje; Annette Groth, Group of the Unified European Left, Parliamentary Assembly of the Council of Europe-Germany; Seán Crowe, Irish Parliament and Sinn Féin's Foreign Affairs Spokesperson; Stephen Bouquin, Professor of sociology, University Evry Parisud, Director Centre Pierre Naville; Bernd Riexinger, Parteivorsitzender Die Linke, Germany; Erling Folkvord, Writer and Former MP The Red Party, Norway; Lasse Riise, Board member, Solidarity with Kurdistan, Norway; Efraim Bulut, Cardiologist, Haraldsplass Deaconess Hospital, Norway; Haci Akman, Professor, University of Bergen, Norway; Katja Kipping, MdB, Partei Presidentof Die Linke, Germany;Tobias Pflüger, stellv. Parteivorsitzender Die Linke, Germany; Tilman Zülch, Präsident der Gesellschaft für bedrohte Völker; international, Germany; Prof.Dr.med.Ulrich Gottstein, IPPNW, Germany; Harald Weinberg, MdB DIE LINKE; Marion Padua, Stadträtin, Linke Liste Nürnberg; Selay Ghaffar, Political actvist and Spokesperson of Solidarity Party of Afghanistan (SPA); Malalai Joya, former Afghan Parliemantrian; RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan); Seema Mustafa, Editor, The Citizen, India; Professors Kamal Mitra&AnuradaChenoy, School of International Studies, Jawaharlal Nehru University, New Delhi, India; Prof.Dr. Achin Vanaik, Retired Professor of International Relation, University of Delhi, ; Saktiman Ghosh, General Secretary,  National Hawkers Federation, India; Saeed Baloch, General Secretary, Pakistan Fisherfolk Federation; All Nepal Peasants Federation Nepal&South Asia ;Jagaran Nepal, Nepal&South Asia; National Women Peasants Association, Nepal ; Nepal Youth Peasants Association;National Alliance for Right to Food Network, Nepal; South Asia Peasants Coalition;South Asia Food Sovereignty Network; Sarba Raj Khadka, Campaign for Climate Justice Nepal (CCJN);Prof. Jose Maria Sison, Chairperson, International League of People's Struggle, Philippines; Ms. Norma G. Biñas, Secretary General, ILPS-Philippines Chapter; Windel Bolinget, Cordillera Peoples Alliance, Filipin; Pya Macliing Malayao, Secretary General of Katribu, The national alliance of indigenous peoples organizations in the Philippines; Danilo Ramos, Secretary General, Federation of Agricultural Workers, Philippines; KRuHA - People's coalition for the right to water, Indonesia; Giorgos Psychogios MP SYRIZA;.Dr. Gisela Penteker; Nathan McDonnell, Canada; Baroness Helene Kennedy, House of Lords, UK; Lord Rea, House of Lords, UK; Lord Dholakia, House of Lords, UK; Liz Saville-Roberts MP, UK; Andy Wightman MSP, Scottish Green Party, Scotland; Dr. Firoza Elavia, York University, Toronto, Canada; Margaret Owen, Director Widows for Peace Through Democracy, UK; Dr Radha D’Souza, School of Law, University of Westminster, UK;  Dr Derek Wall, author and International Coordinator of the Green Party, UK; Prof Mary Davis,  Royal Holloway, University of London, UK; Martha Jean Baker, Women's International League for Peace and Freedom, UK; Juliet Colman, SecurityWomen, UK; Waldemar Oliveira, Human Rights Actvist and Researcher, Brazil; Nick Hildyard, policy analyst, UK; Simon Dubbins, Director International UNITE , UK; Steve Sweeney, Branch Secretary, UNITE National Publishing and Media Branch, UK; Stephen Smellie, UNISON South Lanarkshire, Branch Secretary, UK; Roza Salih, Vice chair of Unite Scotland Young Members Committee; Suki Sangha, Vice Chair Unite the Union Scotland BAEM Committee; Ailis Deans, Student, Edinburgh, Scotland; John Hunt, journalist, UK; Mehmet Ugur, Professor of Economics and Institutions, University of Greewich, UK; Ozlem Onaran, Professor of Economics, University of Greenwich, UK; Trevor Rawnsley, Lecturer, City and Islington College, UK; Standing Together Against Domestic Violence, UK; Goran Zangana, PhD student, University of Edinburgh, Scotland; Peace in Kurdistan Campaign, UK; Campaign Against Criminalising Communities (CAMPACC) UK; Carlo Sommaruga, MP, Switzerland (Geneva); Ada Marra, MP, Switzerland (Lausanne); 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ADIF Diritti e Frontiere; Sindacati di Base CUB Toscana; Cam Lecce e Jörg Grünert, artisti; Prof.essa Simonetta Bormioli, sociologa e ricercatrice; Proff. Sergio Morra, Universita' di Genova; Andrea Vento, Insegnante Geografia economica Itc Pacinotti Pisa; Martina Bianchi, Dottoressa di ricerca in Diritto internazionale e dell'UE, Università di Pisa ; Annamaria Parolari, ginecologa;Francesco Piscoli anatomopatologo; Stefano Galieni, Responsabile Immigrazione e Pace del PRC; Giovanna Capelli, Segreteria Nazionale Prc; Geraldina Colotti, giornalista; Giancarlo Vitali, giornalista; Franco Calamida giornalista Ass. Costituzionebenicomuni; Checchino Antonini, giornalista Popoff quotidiano; Martina Pignatti Morano, Presidente di Un ponte per..; Massimiliano Smeriglio, Vicepresidente della Regione Lazio  ; Paolo Limonta, Consigliere Comunale Milano; Massimiliano Voza, Sindaco di Santomenna (SA); Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi (RC) ; Leopoldo Tartaglia, SPI CGIL Nazionale; Andrea Montagni, FILCAMS CGIL nazionale; Simona Fabiani, CGIL nazionale; Carlo Balestri, UISP – Settore internazionale; Giovanni Mininni, Segretario nazionale FLAI Cgil; Alessandro Santoro, prete della Comunità delle Piagge di Firenze; Amedeo Ciaccheri - Consigliere VIII Municipio Roma ; Eleonora de Majo - Consigliera Comune di Napoli ; Ivo Poggiani - Presidente III Municipalità Napoli; Marco Bruciati, Consigliere comunale di Livorno ; Ass. Senza Confine, Alberto Ciullini, Consigliere di Municipio 2, Milano ; Federico Martelloni Consigliere comunale; Emily Calncy, Consigliera comunale; Detjon Begaj, Consigliere di quartiere; Brunella Guida, Consigliera di quartiere; Marco Trotta, Consigliere di quartiere; Franco Bertoni, Presidente Ass.Modena incontra Jenin; Massimo Angelilli, Ass. Italia – Nicaragua; Loris Brioschi, Ass. Culturale Punto Rosso; Maurizio Acerbo, ex-parlamentare e consigliere regionale; Nino Sergi, Presidente emerito Intersos; Maria Teresa Messidoro, Direttivo Ass. Lisangà culture in movimento; Beppe Caccia, Fellow Rosa-Luxembourg-Stiftung Berlin; Giorgio Riolo, Coordinamento Rete delle Alternative; Edoardo Bai, Comitato scientifico Legambiente; Anna Grazia Bonezzi ,Leonarda Leonardi Ass. Per la Pace Modena; Giuseppe Musolino - refrente "Un'Altra Storia”; Alfonso di Stefano, Comitato NoMous/NoSigoniella; Francesco Garibaldo, Direttore Fondazione Claudio Sabattini; Roberto Colarullo & Daniela Pantaloni, Comitato Pace di Robassomero, provincia di Torino; Paolo Pantaleoni, Segretario Provinciale PRC RIMINI; Giuseppe Matteucci, Segr. RPC della Lucchesia; Andrea Gaddari, Presidente della Coalizione civica per Bologna; Marina D’Altri, Vice-presidente di Coalizione Civica per Bologna; Tiziana dal Pra, Presidente Ass. Trama di Terre Imola; Alessandro Pullara, Cobas; Fabrizio Burattini, Roma Direttivo Nazionale Cgil; Gian Marco, Martignoni della CGIL- Varese; Nicola Atalmi, segreteria provinciale CGIL Treviso; Cosimo Quaranta, sindacalista; Petri Raffaello, Michele membro direttivo regionale toscano Spi~cgil; Carlo IOZZI, RSU F.PERINI spa – Lucca; Maurizio Poletto, Direttivo CGIL Torino; Giusi Di Pietro, RSU Fiom, CDP CGIL Pisa; Domenico Mucignat, Centro Sociale Tpo; Rete Kurdistan Italia; L'Altra Europa con Tsipras di Firenze; La Confederazione Cobas; CISDA, Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane; Gruppo Consiliare Coalizione Civica per Bologna; Servizio Civile Internazionale ; Ass. Mestizaje, Cecina (LI); Ass. No Border di Rimini; Ass. per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker; Ass. Senza Confine; Ass. Senza Paura; Ass. Sarda Contro l'Emarginazione; Ass. Verso il Kurdistan; Calogero Lo Piccolo; Il Progetto Rebeldìa di Pisa; Il Centro Italo Arabo Assadakah ; Circolo di Genova "Foresti - De Vena"; c.s.o.a. Angelina Cartella - Reggio Calabria; c.s.c. Nuvola Rossa - Villa San Giovanni ; Co.S.Mi. Comitato Solidarietà Migranti - Reggio Calabria; Centro interculturale delle donne trama di terre Imola; Colori per il Rojava; Comitato Piazza Carlo Giuliani Onlus; Dr. Federico Venturini, School of Geography, University of Leeds - UK ; Proff. Istvan Maszaros Filosofo, Professore Emerito Università del Sussex (GB); Proff. Carlo Vercellone, Université de Paris1, Panthéon Sorbonne, Paris; Doc. Antonio  Zecca,; Doc. Claudio Venza, Università di Trieste; Doc. Fabrizio Eva, Geografo. Docente a contratto dell'università Cà Foscari Venezia, ; Doc. Proff. Stefano Isola, Università di Camerino; Doc. Stefano Isola,Università di Camerino Firenze; Prof. Bruno Antonio Bellerate; Prof. Mauro Parodi,Università di Genova; Prof.essa Maria Grazia Meriggi, storica, Università di Bergamo; Prof.essa Rosangela Pesenti; Proff. Alberto Ziparo, Università di Firenze; Proff. Cristina Caroli Costantini, Universita' degli studi di Chieti-Pescara; Proff. Enzo Pannilunghi ; Proff. Fausta Guarriello, Università di Pescara; Proff. Gastone Breccia,  Università di Pavia; Proff. Giordano Sivini, Università della Calabria;; Proff. Giorgio Tassinari,  Università di Bologna; Proff. Giuseppe Vitiello, Università di Salerno; Proff. Hisao Fujita Yashima,  in pensione; Proff. Marcello Zanatta, Storia della Filosofia Antica nella Università della Calabria; Proff. Roberta Caldin, Università di Bologna; Alessia Villanucci, Dottore di Ricerca in Antropologia e Studi storico-linguistici; Andrea Di Carlo, Ricercatore presso l'Università dell'Aquila; Chiara Pistocchi, Ricercatrice; Donata Bianchi, Ricercatrice; Francesca Alice Vianello, ricercatrice, Università di Padova; Francesco Biagi, Dottorando di ricerca in sociologia, università di Pisa; Gippò Mukendi Ngandu, Dottore di ricerca in storia contemporanea; Giuliana Commisso , Ricercatrice in sociologia economica Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università della Calabria; Laura Corradi, Ricercatrice e docente; Luca Galantucci, Ricercatore in Fisica; Massimiliano Pepe, Dottorato in archeologia siriana; Stefania Consigliere, Ricercatore in antropologia, università di Genova; Stefano Lucarelli, Ricercatore, Università degli Studi di Bergamo; Alessandro Orfano, PhD Università di Pisa; Alice Franchina, PhD  University of Palermo; Donatella Perfetti, Archeologa e guida turistica in Umbria; Federica Castelli, Ph.D. in Filosofia Politica; Gabriella Donnici, Direttore di Biblioteca universitaria; Giuliana Barbieri, psicoanalista ; Rossana Platone, già Università degli studi di Milano.; Dott. Giorgio Barbarini medico infettivologo Policlinico e Università di Pavia ; Dott. Loretta Mussi, ; Dott. Paolo Crocchiolo ; Dott. Renato Di Caccamo; Dott. Roberto Suozzi medico, Farmacologo Clinico, specialista in Medicina dello Sport; Dott. Vladimiro LIONELLO, medico, Ist. Ger. “C. Golgi”, Abbiategrasso (MI); Chiara Mucci, Fisioterapista; Antonino Infranca, Docente; Fausto Pascali, Docente ; Franca Garreffa, Università della Calabria ; Giuliana Beltrame, insegnante; Lavinia Flavia Cassaro, insegnante; Layla Buzzi  insegnante; Leila Lisa d'Angelo, docente, Pisa; Michela Bressan insegnante ; Nelly Bocchi,farmacista; Robertino Barbieri, maestro ; Simonetta Soldani, Univ Firenze; Diego Schrader, Educatore; Wu Ming – scrittori; Luca Nuzzolo, artista; Alberto Masala, poeta e scrittore; Laura Schrader Ferraro, scrittrice e storico; Christiana de Caldas Brito, scrittrice e psicoterapeuta; Massimiliano Nuzzolo, Scrittore; Giuseppe Aragno,  storico; Antonello Boassa, scrittore; Rudi Assuntino, Autore; Marco Rovelli, scrittore, musicista ; Claudio Lombardi, ingeniere Firenze; Aldo Zanchetta , comunicatore sociale; Antonella De Biasi, giornalista freelance; Beatrice Bardelli, giornalista; Caterina Bonori, Pedagogista; Fabiana Cioni, architetto e fotografa; Filippo Del Bubba, videomaker; Grazia Bucca, Fotogiornalista; Leonardo Tancredi, giornalista, direttore del giornale di strada Piazza Grande; Milena Nebbia, giornalista ; Shorsh Surme, giornalista; Stefano Citi, Designer; Toti Bello, Fotogiornalista; Giovanni Palombarini, Magistrato in pensione ; Fabio Marcelli, giurista internazionale; Livio Pepino, giurista; Avv.Nicola Vetrano, Associazione Consumatori Utenti della Campania.; Avv.Fausto Gianelli, Coordinatore Provinciale; Giuristi Democratici – Modena; Prof.ssa Alisa Del Re, Università di Padova, Centro interdipartimentale di ricerca Studi di Genere; Prof Giuseppe Mosconi. Univ.di Padova ;Doc.Ingrosso Maria, Universita di Lecce; Prof. Simone NERI SERNERI, Università di Firenze e di Siena; Prof.ssa Chiara Bertone, Università del Piemonte Orientale ; Silvia De Bernardinis, Ricercatrice Universidade de São Paulo- USP; Alfio Nicotra, giornalista, vicepresidente nazionale Un Ponte per; Renata Campani, Associata di Amnesty International Italia; Natascia de Matteis;Associazione Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile di Torino; Paolo Gianardi, presidente associazione Restiamo Umani Piombino (LI); Rando Stefano comitato lasciateci respirare Monselice ; Avv.Aurora d'Agostino, GD; Avv. Peppino Basile; Fabrizio Tomaselli -Esecutivo nazionale USB; Pio Greggi, sindacato USB; Antonio Mazzella, sindacalista USB; Anna Assumma, giornalista; Mimmo Lombezzi,giornalista; Giuliana Sgrena, giornalista ;Nicoletta Manuzzato, giornalista; Laura Quagliuolo, redattrice attivista CISDA; Patrizia Fiocchetti - attivista e scrittrice ; Davide Toschi, critico musicale e giornalista; Claudio Calia, autore di fumetti; Stefano Zago, Artista - Fontenay-sous-bois – Francia; Rachele Shamouni-Naghde; Andrea Grigolato, Musicista e Socio fondatore/audio producer presso Hoodooh Snc; Lorena Canottiere, fumetto e illustratrice; Franco Zunino, Celle Ligure; Bernardi Cristian, Attivista M5S; Labas Occupato – Bologna; Accoglienza Degna – Bologna; Ya Basta! Bologna; Assemblea Antisessista di Torino; Lourdes Colomés, antropóloga y bailarina. Chile; Fernando Ribamar Viana Neto/servidor público /Brasil ; Florencia Guarch, Brasil; Pollyana Ferreira Rosa, Jornalista, Brasil ; LUIZ FERNANDO VIDAL DA ROCHA, PROFESSOR, BRASIL ; Bruno Moreira Ribeiro, Designer, Brasil ; Thor Azevedo, Estudante, Brasil. ;Caroline Araújo Freitas da Luz Moraes/professora, Brasil ; Hades Lisandre Moura Menezes, estudante, Brasil ; José Ricardo da Silva Ferreira, músico, Brasil ; manuel ventura vasques nunes/Portugal ; Alison L. R. Santos, Estudante, Brasil ; Silas Ferrarini Furtado/Cozinheiro/Brasil ; Paulo Oliveira / servidor público / Brasil ; jean Felipe Canuto de Almeida, Estudante, Brasil ; Ana Luiza de Araujo, estudante de Química, Brasil ; Marília Pinto de Carvalho, professora, Universidade de São Paulo, Brasil ; Hugo Cesar de Castro Carneiro, Ph.D. Researcher, Brazil ; Marcia Sandoval Gregori/Arquiteta, Brasil ; Kaah Vanklaus,Autonoma,Brazil ; Eduardo Agena, tipografo ; Carla Andressa de Matos Vieira, estudante, Brasil ; Vera Silva, Portugal ; Vera Manuela Miranda Marques Alves/desempregada, Portugal ; Pedro de Castro Tedesco, estudante, Brasil ; Caio César Sousa Marçal, misisonário Rede FALE, Brasil ; Débora Salomé Maciel Vidal de Oliveira / Psicóloga / Portugal ; Rodriane DL - Filmmaker- Brazil ; Pedro Canabarro Bastos / piloto de aeronaves, Brasil ; Antonio Madureira, estudante, Brasil ; Clara Luiza Miranda ; Clara Luiza Miranda  professora universitária Brasil ; Leonardo Goes, professor, brasil ; Thiago Ortman, cineasta, Brasil ; Rsul Caixeta , Professor, Brasil ; Rogerio Diniz Junqueira, researcher, Brazil ; Gabriel Macedo Eleodoro, Pesquisador, Brasil ; Leonardo Braga Coutinho, Estudante, Brasil. ; Guilherme Henrique de Paula Cardim, estudante, Universidade de São Paulo, Brasil ; yuri santos mansano, guarda-vidas, Brasil ; Rafael Duarte Gome diretório nacional do partido do progresso social e científico (paprosc.org/)SP Brasil ; Augusto Martins Oliveira, Bacharelando em Ciências Humanas pela UFJF, Brasil ; Joao Fernandes Willemes, professor / Municipio di Rio de Janeiro ; Fabiana Priscila Mirian Pereira do Nascimento, gerente de qualidade em pd, BR ; Elisangela Fernandes/ jornalista, Brasil ; André Pestana da Silva, professor, Portugal. ; João Rosa, pianista, Portugal ; Paulo Crochemore Mohnsam da Silva, sociólogo, Brasil ; Bruno Nobre, Psychologist, Brazil. ; Wagner Reck, Analista de sistemas, Brazil ; Clarissa Silva Moreira, bióloga, Brasil. ; Assunción Cosra Caputti Filha,médica,Brasil ; Luiza SchF, autonoma, Brazil ; Marcos José Oliveira Silva, professor, Brasil ; Otávio Henrique Chaves Andrade, Estudante, Brasil ; Fábio Ferreira Berrogain/Servidor Público, Brasil ; Gilnei Andrade - Professor de História - Novo Hamburgo -  Brasil ; Suzana Beatriz Pires - repórter fotográfica, Brasil. ; Gabriela Reichert, arquiteta e urbanista, Brasil ; Monica Luz Gurgel, empresária, nacionalidade brasileira. ; vera junqueira, artista, brasil ; Gustavo Menossi / Brasil ; Daniel Rocha – Antropólogo ; Binah Ire, Arquivista, Brasil ; João Pedro Mucheroni Covolan, estudante, Brasil ; Carla Regina Migliorini, Arquiteta, Brasil ; Wanderlea Martins ; Sandra Regina Pires ; Arthur Guimarães de Oliveira Castro, Estudante, Brasil ; Glaci teresinha Braga da Silva, produtora cultural, Brasil ; Paulo Fernando da Rocha Moreira ; Paulo Fernando da Rocha Moreira, vigilante, Portugal ; Davi Rodrigues, Oceanógrafo, Brasil ; Roberta Barbosa Pierry/Estudante, Brasil ; Eduardo Renan Ribeiro Guarche, Universitário, Brasil ; Maria Lucia Padilha Luciano ; Gabriel Gil, professor de Socilogia e dissente na Univerdade Federal da Integraçao Latino Americana - Foz do Iguaçu, Brazil ; Fernando Figueiredo Strongren, pesquisador, Brasil ; Beatriz Fanton de Freitas, estudante, Brasil. ; Angel Sandimas, Digital Artist ; Ivano Jorge de Castro Correa, autônomo,  Brasil ; Felipe Araujo de Souza ; Ana Paula Ganzer, professora, Brasil ; Gabriel Camargo ; Manuel N. Carvalho, ciber-jornalista, Galiza ; Rodrigo de Souza Oliveira, Diagramador, Brasil ; Pepa Baamonde García, xubilada, España ; Anelise Paiva Csapo, jornalista, Brasil ; Adriano Skoda, editor, Brasil ; Renato Augusto Aguiar de Oliveira, técnico administrativo, Brasil ; Mariana Cavalcanti do Rego, estudante, Brasil!; Odil José de Oliveira Filho, teacher, Brasil ; Guilherme Giani Peniche, naturólogo, Brasil ; Mateus Oliveira dos Santos, estudante universitário, Brasil ; Paulo Henrique Macedo, matemático, Brasil ; Reinaldo Daiten, Japan ; Souza Fagundes/Professor/Brasil ; Eduardo Gonçalves Ueda, estudante de ciencia política e sociologia, Brasileiro ; Bárbara Gonçalves, estudante de História (Universidade Federal do Rio Grande do Sul), Brasil ; Priscila Viana Alves, Professora, Brasil ; Pablo Pamplona de Castro, educador, Brasil ; Mariana Ramos Costa Silva, Ilustradora freelancer, Brasil ; Kátia Maia, psicóloga/Brasil ; Luiza Dias Flores, Antropologa, Brasil ; Lucas Feijo, Estudante de Filosofia, Brasil ; Thais Iervolino dos Santos / pesquisadora / Brasil ; Núria V.Souza- Estudante – Brasil ; Bruna de Fátima Brito Ferreira, estudante de mestrado em Relações Internacionais, Brasil ; Sarah  estudante brasil ; Dinis Manuel de Freitas Oliveira Santos, fotógrafo, Portugal ; henrique bellini, empresário, Brazil ; Elaine Rodovalho, Tecnóloga em Microeletrônica, Brasil ; NataliaSouza- Brasil ; Sílvia M P Sebastião, Portugal ; Larissa, Brasil ; Priscila Laiz de Sousa Ramos, Centro Acadêmico de Filosofia da UFAL, Brasil ; Marcela de oliveira Bello/professora/Brasil ; Natalia villagran Alonso, estudiante, Uruguay; Dr Mustafa Abdi  medico , España;  Darío Nicolás Moroni, Estudiante, Argentina ; Enrique Polto Taborda, estudiante, Uruguay ; Luna Zurdo, maestra jubilada, Uruguay-SurAmérica ; Mauricio Valenzurla zuñiga ; Julia Iglesias, Secretaria Newroz Euskal Kurdu Elkartea, Basque Country ; Stathis Mavridis, Facilitador de Procesos grupales, España ; Alex Larragoiti,  Newroz Elkartea, Euskal Herria, Pais Vasco ; Endika Tapia López, informático, España ; Anzelmo Seguí Activista Chile ; joan c echaqui larena   , conductor, espanya ; Jon Argintxona Badiola Concejal EHBildu en Gernika, Euskal Herria (España) ; Haci sari, autonomo españa ; Lidia Alonso, Administrativa, Spain ; Genis Pijuan Casanova, estudiante, España ; Mireia Miguel Castejón, profesora, España ; Tino Brugos, Profesor Enseñanza Secundaria, Asturies, Spain ; Alan Givre, physics student, Argentina; Kurro Berruezo,dj,España ; Jaime Pastor, profesor de Ciencia Política, España ; María Felicitas Leal Segovia, Enfermera, México ; Mehmet Yasar Cicek, restaurador, España ; Maria Garcia, Artista, España ; Saioa Aranburu Etxebeste, profesora, Euskal Herria ; silvia serret march, desempleada, españa ; Eva Alcázar, España Profesora de Piano Conservatorio "Adolfo Salazar" de Madrid ; Gema Ubani Ibarrola, florista ; Gema Ubani Ibarrola, florista. España ; Abraham Fuente Lavin, procurador de los tribunales.España ; Guillermo Pérez Mayo. Vigilante de Seguridad. España. ; Jeremias Zalazar, Estudiante Secundario, Argentina ; Jesús Ruiz Ramos, Ingeniero de Caminos, España; Kontxi Anton Gonzalez.STUDENT!!BASQUE COUNTRY; Mercedes Condés Obón, Secretaria General Podemos Leganés. España. ; Mayron S. R. /estudiante/Chile; enner ortiz escobar estudiante; Gilda Ripoll, docente, Argentina ; Manuel Garcia Morales; Trabajador del Turismo, Comité Dirección Asociación Solidaridad UNADIKUM; ESPAÑA; Alicia Fernández Gómez- Enseñante- Estado español; Noemi Paviglianiti Artista visual- Argentina; José Luis Desentis, estudiante, México; maria jose games. operadora social. 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Uruguay; Eleonora Berla, translator, Greece; Juan Camilo Rodríguez Guerra, estudiante, Colombia; Víctor M. González López, profesor, España; Laura Maria Lopez, profesora, Argentina; Nathalia Benavides, UNLP,,Argentina; Gonzalo Carro, empleado, Argentina; Geneviève Deguire, dévelop. comm., Canada; Javier XAVIER, comunicador alternativo, Caracas, Venezuela; Vizcarra Hernan Abel, Estudiante, Argentina; Begoña Dorronsoro, doutoranda CES, Universidade de Coimbra, Portugal; Raffaella Rizzo ; Manuel Sanhez Oms, Docteur en Histoire de l'Art, France; Alfonso Caño. Profesor. España; Joan Cervera, administrativo, España; Elvira grande yañez,  jubilada . España; Michele Galliera,no trabajo,Italia; Josu Barandika, Lic. en Sociología. Euskal Herria.; Lucía Vicente, Argentina; Pablo Serrano, Analista informático, España; Díaz Andrés militante Union del Pueblo, Entre Ríos Argentina; Bernardino Nunez; Josu Abasolo, librepensador, euskal herria; Daniel Ibáñez, Trabajador Social, España; Francesca Llopis, Artista Visual. España; Agustin Santarelli, periodista, Argentina; Numa Bellisario, activista, Suiza; Aaron Vansintjan, Estudiante de Doctorado, Universidad de Londres; Sabina Micheli, Ingeniera, Argentina; Patricia Micheli , docente, Argentina; Héctor Saucedo, docente, Argentina; Felix Jimenez; Maria Rosario Untzilla Atxotegi, Profesora, España; Cecilia Martínez , trabajadora, Chile; Ixiar pagoaga soraluce.profesora; Ixiar pagoaga sorañuce. Profesora. 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Oriental del Urugua.; Banca Carles, docente, Argentina; Brenda Pereira Carles, estudiante, Argentina; Juan Carlos Garcia-Jubilado- Argentina; José Guerrero Moliner, Profesor, España; Embat, Organització Llibertària de Catalunya; Maria Uribe Teniente Alcalde del Ayuntamiento de Gernika-Lumo Euskadi España; Albert Puigdellivol Moya; Àngel Muñoz i Cervera, professor i poeta, militant de la Coordinadora Obrera Sindical, Països Catalans; Marta Cid Albiol España; Natalia Maria Hernandez Aragón; Artista Visual; Euskal Herria.; Enrique Biosca Turpis, jubilado, España; asunción arribas lázaro, jubilada España; Greti Cristina Richard Macuare, Artista Plástico, Venezuela; Ana Mª Igarriz,profesora de secundaria,Euskal Herria; Mariana Daniela Gómez, Antropóloga, Argentina; Joaquim Fonts Ferrer, mestre, Catalunya; Eneko,estudiante de economía,Euskal Herria; Alberto Ruiz. Activista Derechos Humanos. España; Miriam Lopez Casino, history teacher, Spain; Elena Martin enfermera Euskal herria ; enrique garcia gonzalez , maestro, España; Julen Alvarez, España; peio mª senosiain elizaga, ecologista jubilado, spain ; M Antonio Aranburu G,Tecnic, Pais Vasco ; Jose Lopez, Técnico de sonido, España ;Avv.Arturo Salerni  ; Avv.Barbara Spinelli; Avv.Carlo Cappellari; Avv.Carmine Malinconico ; Avv.Dario Rossi GD; Avv.Dora Rizzardo; Avv.Liana Nesta ; Avv.Luigi Ficarra; Avv.Luigi Galloni, GD; Avv.Mario Antonio Angelelli; Avv.Sandro Valbusa; Avv.Sergio Palombarini ; Avv.Simonetta Crisci; Avv.Stefano Mannironi, Avv. Luigi Ficarra; Avv Agnese Cardini; Alaa Nasser, Alessandra Cecchi ; Alessandro Bazzan; Alessandro Bellucci,; Alessandro Gangemi,; Alessio Di Florio, ;Alex Steiner,Andrea Gaspari, ;Andrea Mingozzi,; Andrea Piccinini,; Angela Bellei,; Angelo Cifatte,; Anna Bono,; Anna Lanaro,; Annarita Marino,; Bruno Pistocchi, ;Carlo Ranocchia,; Cassetto Dorina,; Cavallini Marco,; Chatel Maria Grazia,; Chiara M.Polcaro,; Chiara Sibona Passini,; Cinzia Guitti,; Claudio Fantozzi,; Dalmasso Augusto,; Domenica Dicuzzo,; Elena Carta,; Elena Giuliani,; Emanuela Amendola,; Emilio Bagnoli,; Enrico Mainenti,; Euro Carello,; Fabrizia Biagi,; Fabrizio Pilotti,; Fracasso Silvana,; Franca Balsamo,; Franco Borghi,; Franco Fuselli,; Gabriella Migliorini,; Gabriella Verucci,; Giancarlo Boggio,; Giovanni Altini,; Giuseppe Carovani,; Giuseppe Romanelli,; Gloria Frittelli Aziz,; Haidi Gaggio Giuliani,; Jlde Tamnasco,; Laura Marcheselli,; Lucia Davico,; Luciano Rondine,; Lucio Lobascio,; Lucyna Gebert,; Margherita Romanelli,; Marica Traverso,; Marina Criscuoli,; Marina Marini,; Mario D'Acunto,; Massimo Angrisano,; Massimo Cighetti,; Massimo De Giuli,; Mauro Chiodarelli,; Mauro e Annamaria Fumagalli,; Milos Skakal,; Mirca Garuti,; Miriam Marino,; Moreno Biagioni,; Nino Lisi,; Ornella Mariotti,; Paolo Galloni,; Patrizio Marchi,; Perini Fulvio,; Piero Scarselli,; Rita Pierantoni,; Salvatore Nicosia,; Sergio Caserta,; Sergio Dalmasso,; Sergio Violante,; Silvana Cugudda,; Silvia Acquistapace,; Simonetta Venturini,; Tarcisio Alessandrini,; Tiziana Nadalutti,; Todeschini Tommaso,; Vasco Carradore,; Anna Firolli,; Emanuele Noviello,; ines contesso, Giancarlo Zani, ; Donatella Cortellini ,; lucia busachi, ; Graziella Merlatti,; Nicola Caravaggio,; Nando Grassi ,; Marco Bertani,; Maria João Fonseca,; Susanna Sinigaglia; Franco Fuselli,; Marina Criscuoli,; Piero Deola, ; Paolo Paolis; Alberto Carrà, Rosario Davide Marino, Laura Cima, Piero Serniotti, Scramoncin Gianni ,Cristiana Catapano Leonardo Menciassi, Luca Tornatore , Romana Gardani, ANDREA ROMAGNOLI , Bardelle Lorenzo , Paola Tadiello, Luigi Calesso, Pina Di Cienzo, Davide Nardi , Paolo Pagotto, Anna Cristin, Silvano Molinari, Salvatore Tonti, Edda Pando, Nicolò Kevin Motta, Daniela Valdiserra,Rubino Massimiliano, Luigi Buselli, Giulio Magnani, Luca Lamonaca, Maurizio Romano, Maurizio Dal Borgo, Giancarlo Scotoni, Barbara Grandi, Chiara Boscolo, Valeria Motterle, Serena Piotti, Elisabetta Ferrari , Michela Cesaretti Salvi, Massimo Pace;Angelo Lilli; Daria Cipressi; Massimo Crescenzi; LorenzoPace;Carlo Pace; Maria Laura Viti; Marzia Cavallari;Valeria Crescenzi;Leonardo Pace, Alfredo Racovelli, Marco Mais, Stefano Mori

 

La municipalità è chiusa alla popolazione di Silvan

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Zuhal Tekiner ha espresso che la porta della municipalità che serve la popolazione è sempre aperta alla gente. “Tuttavia, essi hanno chiuso la porta della municipalità e hanno appeso la bandiera turca come se hanno conquistato un luogo in un altro paese.” “Questa è una istituzione che serve la popolazione; tuttavia adesso è chiusa alla popolazione, ci sono veicoli blindati davanti alle sue porte. Ci sbarazzeremo di questo con la cittadinanza, lo ha affermato la vice co-sindaca della municipalità di Silvan Zuhal Tekiner affermando che la municipalità di Silvan è stata assalita con un senso di conquista. Una delle municipalità dove sono stati designati amministratori fiduciari e dove è stata appesa la bandiera turca sulle insegne è la municipalità di Silvan a Diyarbakir. Il centro di consulenza delle donne Meya, affiliato alla municipalità non può svolgere il suo lavoro a causa degli amministratori fiduciari designati. La vice co-sindaca Zuhal Tekiner ha espresso che la polizia ha assalito la municipalità con veicoli blindati l11 settembre : “Hanno cambiato la serratura e hanno buttato fuori i funzionari dalla municipalità.” Zuhal ha dichiarato che non solo la popolazione curda, ma tutta la gente è insorta contro il colpo contro la volontà popolare. “La stessa reazione che si è sviluppata il 15 luglio contro il colpo di stato deve svilupparsi contro il colpo alle nostra municipalità. Credo che le genti in Turchia rimangano incapaci su questo problema. Noi non pensiamo che la popolazione nella regione non si è sollevata abbastanza per due anni. I popoli in Turchia si devono sollevare di più per loro stessi. Devono alzare di più la loro voce.” Zuhal ha ricordato che molte operazioni sono state attuate dallo corso anno a Silvan, ” La gente è stata colpita dinanzi a noi. Abbiamo passato un periodo molto difficile. La popolazione di Silvan ha affrontato questa situazione con emozione. Zuhal ha sottolineato che un colpo è stato attuato contro le municipalità in un periodo in cui la gente ha cominciato a curarsi le ferite. ” Le porte della co-sindaca sono sempre aperte alla gente. Adesso ci sono veicoli blindati davanti alla porta e hanno appeso la bandiera turca come se hanno conquistato un posto in un altro paese.” Ha inoltre dichiarato che i posti al servizio della gente sono stati trasformati in stazioni di polizia. ” La gente vede tutto ciò come un colpo contro di loro. Dicono: ” Noi ti abbiamo eletto e tu sei stata dismessa dal tuo incarico e sono stati designati amministratori fiduciari. È un colpo contro di noi. Gli amministratori locali servono e ascoltano la gente, non proteggono essi stessi contro la popolazione. A questo punto parleremo con la popolazione su come sbarazzarci di tutto ciò e andremo avanti con una prospettiva secondo la nostra discussione.”

Detenuti curdi folgorati e appesi, la Turchia torna a “vecchie forme” di tortura

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Notizie riportate sul quotidiano turco Cumhuriyet hanno portato alla luce il ritorno a forme di tortura utilizzate sui prigionieri politici in Turchia negli anni ’70 e negli anni ’80. Nell’articolo l’avvocatessa dell’Associazione dei Diritti Umani (IHD) Gülseren Yoleri ha riferito che la folgorazione e l’appendimento da divere parti del corpo è utilizzata nei confronti dei detenuti nel sudest curdo. ” Siamo andati a Sirnak e Nusaybin con una delegazione di 18 persone. Ci è stato raccontato della tortura nei centri di detenzione. Coloro che sono stati torturati hanno affermato “Vecchie forme di tortura sono tornate. È come se loro hanno nascosto vecchi strumenti di tortura utilizzati per la folgorazione e l’appendimento e li hanno tirati fuori [per utilizzarli su di noi]. I nostri amici avvocati stanno seguendo la questione. La vita si è trasformata in una tortura nella regione curda. La gente sta vivendo tra le rovine. Ogni cosa è stata distrutta. Il rumore delle armi da fuoco e delle macchine da lavoro domina ogni cosa. I quartieri sono assediati da veicoli blindati.” La gente può essere posta in detenzione per più di 30 giorni senza avere accesso all’avvocato durante il regime dello stato di emergenza in Turchia.Gruppi dei diritti umani, compresa Amnesty International , hanno riferito un incremento della violazione dei diritti e della tortura a seguito del fallito colpo si stato in Turchia. Scosse elettriche , appendimento da differenti parti del corpo, strappamento delle unghie, utilizzo di acqua ad alta pressione, scatenari i cani contro i prigionieri ed altre forme di tortura sono state utilizzate su vasta scala in Turchia in modo particolare sui detenuti curdi e di sinistra. I più orribili casi di tortura sono stati sperimentati nel carcere di Diyarbakir a seguito del colpo di stato militare del 1980. Cumhuriyet

Kalkan: I popoli e le forze democratiche devono proteggere la loro volontà

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Duran Kalkan del PKK ha dichiarato che: “La dittatura fascista in Turchia non è solo contro i popoli in Turchia o la volontà dei curdi. Si considerano il califfo dell’Islam.”Il componente del Consiglio Esecutivo del PKK Duran Kalkan ha valutato gli attuali sviluppi in Kurdistan per MED NÛÇE TV, la traduzione in inglese è stata curata da ANF English service: Come valuta la lotta per la libertà del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan e contro le pressioni in Kurdistan e in altre parti del mondo? Ora le resistenze per rompere l’isolamento di Imralı sono al centro della lotta che ha travolto il mondo. È un’interpretazione limitata vedere la lotta contro il sistema di tortura a İmralı e per la libertà fisica del leader Apo come la lotta contro le pressioni su un singolo individuo. Oggi la 3° guerra mondiale è alle porte della Turchia. E la Turchia è preoccupata della libertà del Kurdistan. Per questo la lotta per la libertà nel Kurdistan del nord non solo per una parte del Kurdistan ma anche per la democratizzazione del Medio Oriente e contro il neo-fascismo. Il leader Apo è il leader teorico, pratico e organizzativo di questa lotta. Il sistema di İmralı è stato sviluppato come fronte contro questa lotta. È emerso come un attacco contro-rivoluzionario alla suddetta lotta su scala globale. La lotta contro il sistema di İmralı è un punto cruciale di una lotta rivoluzionario-democratico contro gli attacchi globali, fascisti e capitalisti di oggi. Ora che questa lotta si è concentrata sul Kurdistan, la lotta per la libertà fisica del leader del Kurdistan è la lotta per la libertà dell’umanità. Le proteste di massa si stanno allargando e lo spirito di resistenza ha preso forma. Questo sviluppo ha intimorito le forze fasciste e genocide che senza dubbio sbagliano. Il popolo curdo sta facendo una richiesta giusta e umana e che tocca sia la comunità nazionale che quella internazionale. La maschera del regime fascista sta cadendo e la verità sul sistema di İmralı sta diventando pubblica. La resistenza democratica deve essere allargata, in particolare alle aree metropolitane turche e alle forze democratiche in Turchia. Le prime dichiarazioni del Ministro degli Interni appena nominato Süleyman Soylu hanno preso di mira le municipalità del DBP e il primo atto è stato di mettere sotto sequestro 24 municipalità del DBP con amministratori fiduciari. Cosa pensa di questo sviluppo? Ora stanno sequestrando e assediando municipalità. Deputati del DBP e di HDP hanno fatto dichiarazioni su questa questione e anche il nostro ha espresso la sua posizione. I sequestri non sono accettabili e sono una parte importante degli attacchi genocidi. Il sequestro di municipalità è al livello dei massacri a Cizre e a Sur. Le municipalità sono una parte importante del governo locale democratico e il sistema fascista sta attaccando la democrazia locale. I sequestri non hanno una base legale e sono parte integrante del genocidio curdo messo in atto per mezzo dell’attuale stato di emergenza. Dobbiamo resistere a questo attacco, il nostro movimento e la guerriglia resisteranno. Gli attaccanti devono stare attenti, i fiduciari nominati da Süleyman Soylu o da altri al posto di funzionari eletti, saranno loro stessi bersagli. Certamente la gente e i sindaci, i lavoratori delle municipalità devono resistere. La gente deve affluire in gran numero nei municipi e circondarli. Migliaia, decine di migliaia devono fare un muro umano intorno ai municipi. La volontà politica è rappresentata in quei luoghi. Se dobbiamo proteggere la democrazia, se dobbiamo proteggere la nostra volontà democratica, allora lì e dove si trova la volontà di [avere un] autogoverno democratico. E la volontà risultata da elezioni deve essere protetta. Ora è il tempo di lottare per la nostra volontà; per la volontà nazionale a İmralı e quella locale nelle municipalità. Lo stato di emergenza mira alla volontà democratica locale e nazionale del popolo curdo, quindi la popolazione e le forze democratiche devono resistere e proteggere la loro volontà. Oggi è il giorno della resistenza. Interventi civili e militari sono interconnessi e tutti devono resistere agli attacchi di quest’orda fascista. La resistenza non può essere indebolita o ritrattata, quindi deve andare avanti con determinazione. 11500 insegnanti, la maggior parte dei quali iscritti a Eğitim-Sen, sono stati sospesi di recente in tutto il Kurdistan. Un anno fa, gli insegnanti nelle aree di resistenza dell’autogoverno sono stati richiamati e soldati posizionati nelle scuole. Come valuta la sospensione di insegnanti in tutto il Kurdistan? Questi attacchi non sono accettabili e bisogna resistergli con ogni mezzo necessario. L’AKP sta traendo vantaggio dal fallimento del tentativo di golpe del 15 luglio e sequestrando tutto. Finge di combattere ISIS ma sta conducendo i peggiori attacchi militari contro il popolo e il movimento curdo sin dal 24 luglio 2015. Ora finge di combattere contro i sostenitori di Fethullah Gülen ma in realtà sta attaccando il popolo curdo e le forze democratiche. Questa è la tattica fascista dell’AKP. L’AKP prenderà di mira tutti, compresi gli insegnanti. Prenderà di mira tutti i gruppi rivoluzionari e democratici in Kurdistan. Dobbiamo riconoscere che l’AKP è una forza genocida e preparare la nostra resistenza di conseguenza. Gli insegnanti sono parte di questa resistenza. È interessante, i guerriglieri usavano espellere dai villaggi insegnanti che facevano propaganda fascista e lo stato diceva che eravamo contro l’istruzione. Dal 24 luglio hanno trasformato centinaia di scuole in Kurdistan in caserme militari e queste due istituzioni servono alla stessa funzione. Le scuole conducono un massacro culturale e le caserme fanno un massacro fisico; tutto negli stessi edifici. Tutti devono interpretare correttamente l’ ‘istruzione’ in Kurdistan. I patrioti curdi e i democratici non devono dire ‘noi mandiamo a scuola i nostri figli perché non siano privi di istruzione.’ Non stanno mandando i loro figli a scuola, ma in luoghi dove vengono avvelenati i loro cervelli. Non devono mandare a scuola i loro figli. Il leader Apo una volta ha detto “Sono andato alla migliore scuola in Turchia e ho dimenticato quello che sapevo.” Tutti devono capire che non c’è istruzione in quelle scuole. Queste scuole sono le caserme della gente che massacra il popolo curdo. Se non c’è resistenza, usano le scuole per distruggere i cervelli dei bambini e la distruzione culturale sostituisce la distruzione fisica. Gli insegnanti recentemente licenziati in Kurdistan lavoravano per uno stipendio e devono capire quello che insegnano ai bambini curdi. Devono capire che il sistema di genocidio li ha usati in un genocidio culturale in cambio di uno stipendio. Ora possono riparare ai loro errori resistendo e istruendo i bambini nella loro lingua e cultura. Con questo tipo di coraggio, impegno e spirito di sacrificio si può sviluppare un simile sforzo educativo. Il popolo curdo non deve accettare il sistema di istruzione che ha la sua base nelle caserme perché i bambini curdi non possono imparare la loro lingua, cultura e storia. Il genocidio culturale è più pericoloso del genocidio fisico e i bambini non devono essere mandati in luoghi di genocidio culturale. Le forze della guerriglia sono impegnate in una grande resistenza. Ci sono stati pesanti scontri per oltre una settimana a Çelê (Çukurca). Ci sono state estese operazioni di guerriglia a Tendürek. Il Comandante Generale della Gendarmeria ha detto “Stiamo combattendo una battaglia di vita o di morte” rispetto agli scontri a Çukurca. Cosa significa questa affermazione? Ora stiamo affrontando un sistema fallito. È per questo non possono condurre gli attacchi se non coordinandoli dal livello più alto. Questo vuol dire gli attacchi sono coordinati direttamente dal capo di stato maggiore, dal comandante delle forze di terra, dal comandante della gendarmeria, dal Primo Ministro o dal Presidente. Ora prevedono anche l’illegittimità e fanno tutto apertamente. Conducono il loro attacco come una banda, come un’organizzazione oppressiva e terroristica. C’è un attacco che coincide con il concetto di “terrorismo di stato”. Nonostante il fatto che agiscono in modo così aggressivo, illegittimo e commettono massacri, non possono rimanere a galla. Non è solo il comandante di Çelê, Binali Yıldırım stesso ha detto “libertà o morte”; questo vuol dire che sono sull’orlo della morte e che stanno cercando di salvare questo sistema dalla morte. Il loro tentativo di salvare il sistema fallito è come pregare per l’impossibile. Ora cercano di restare vivi uccidendo l’avversario. Altrimenti sono finiti. Sono a un punto del genere nella guerra che stanno conducendo. Non saranno in grado di mantenere in piedi questo sistema di oppressione fascista e fallirà completamente. L’unica soluzione che hanno sono i massacri che commettono. Per questo dicono “vita o morte”. Pensano che vivranno se uccideranno l’avversario. L’operazione della Turchia di occupazione in Siria continua. In parallelo a questa operazione, soldati turchi hanno condotto attacchi contro postazioni YPG/YPJ ad Efrin, Kobanê e Dêrik e contro i curdi del Rojava anche sulla linea del confine. Questa è una provocazione? Cosa vogliono ottenere con questi attacchi? La mentalità politica dell’AKP e delle amministrazioni in Turchia è così, sono anti-curde. Non solo nel Bakur (nord), nel Rojava (ovest) e Bashur (sud) e anche nel Kurdistan Rojhilat (est), sono contro i curdi. Il fatto che incontrino Barzani non significa che accettano i curdi del Bashur. In questo modo tengono la regione sotto il loro controllo. Vogliono che tutti i curdi siano così. Il PKK è un movimento che resiste contro di questo. Hanno detto a Mazlum, Kemal, Hayri di “essere così” anche nelle segrete e il PKK lo ha rigettato e ha resistito. Anche il Rojava resiste a questo. Se altri curdi accettano la posizione dell’amministrazione del Bashur, accetteranno anche loro. Hanno curdi di questo tipo anche all’interno dell’AKP. Sono contri i curdi liberi, i curdi con la volontà. Sono contro la libertà e l’esistenza curda. Potresti dire, “L’amministrazione a Hewler non è un’amministrazione curda?” Sì, ma vengono tirati dalla parte dell’AKP e lottano contro l’identità curda nel Bakur e nel Rojava. È una tattica di guerra speciale. Non parlerebbero nemmeno con Barzani se non fosse per la resistenza nel Bakur e in Rojava. Non manderebbero un caporale a incontrarlo. In passato non potevano incontrarsi con lo Stato, ricordiamo bene quei giorni. Se oggi possono incontrare il Presidente e il Primo Ministro, questo è dovuto anche alla resistenza per la libertà sviluppata dal PKK. La Turchia non accetta l’identità curda del sud come una volontà. E hanno combattuto contro il Rojava sin dall’inizio. ISIS era sostenuto dall’AKP fin dall’inizio, l’AKP ha alimentato ISIS. Tayyip Erdoğan è colui il quale ha condotto l’attacco di Kobanê, ha detto chiaramente, “Kobanê sta per cadere, poi viene il turno di Efrîn.” Non è riuscito a far cadere Kobanê, ora ha lanciato un attacco per impedire che Kobanê e Afrin si uniscano e così distruggere Efrîn. In ogni caso hanno un accordo, ISIS si ritira, loro prendono il suo posto. Cosa fa la Turchia contro ISIS? Niente. Al contrario, la loro complicità diventa evidente in questa situazione concordata. Quelli che fanno gli accordi con la Turchia sono tacitamente complici di ISIS. Quelli che vedono la Turchia nella coalizione contro ISIS in effetti sono in accordo con ISIS. I curdi del Rojava e i popoli della Siria devono vedere questo pericolo. La dittatura fascista in Turchia non è solo contro i popoli della Turchia o la volontà dei curdi. È anche in particolare contro la volontà della popolazione araba. Vogliono costruire un controllo colonialista sulla popolazione araba. Si considerano come il califfo dell’Islam. Proprio come il periodo in cui Sultan Selim ha preso il califfato e governato gli arabi. Ora vogliono trasformare gli arabi in una popolazione di seconda classe controllata da loro. Tutti devono opporsi a questo e devono resistere. L’attacco della Turchia a Jarablus è una grande minaccia contro tutti i popoli della Siria, per la popolazione araba. Se la popolazione araba non prende sul serio questa minaccia, potrà perdere qualsiasi volontà che ha ora. Coloro i quali oggi sostengono l’AKP devono vedere la verità e lottare contro questi attacchi della Turchia. Devono unire le loro forze nella Siria democratica. Invece di far dichiarare il cessate il fuoco dichiarato ora da USA e Russia, le forze della Siria avrebbero dovuto unirsi e dichiararlo. Coloro che combattono possono unirsi e dichiarare un cessate il fuoco. Un cessate il fuoco è un’azione militare e è un aspetto della guerra. Specialmente con la minaccia dell’invasione turca lanciata di recente, tutto devono prendere una posizione di questo tipo. Quelli che ora partecipano all’invasione come alleati della Turchia sono una nuova forza di ISIS. Queste forze non hanno nulla a che fare con l’ESL, sono Al Nusra. Ora Russia e US hanno deciso di attaccare Al Nusra. E allora, dov’è Al Nusra? Al Nusra ora è a Jarablus, ma sono entrati a Jarablus con il loro sostegno. L’amministrazione di USA e Russia deve essere coerente. Sono davvero contro ISIS, o no? Non si può essere contro ISIS in questo modo. Non si può combattere ISIS con la Turchia. Nessun cambiamento può avvenire nel Medio Oriente con l’attuale mentalità e politica della Turchia. L’approccio corretto e il modo di trovare una soluzione che cerca la democrazia nel Medio Oriente è un’alleanza antifascista, come allora a Kobanê. Ogni giorno vediamo come la mentalità e la politica della Turchia sono un sentimento anti-curdo. Dividono il Kurdistan nel centro, costruiscono un muro come il muro di Berlino. Perché gli europei guardano altrove? Ora, nel primo quarto del 21° secolo vengono costruiti muri attraverso Kobanê-Qamishlo. Vogliono fare quello che Israele ha fatto sul confine palestinese. Vogliono trasformare anche il confine tra il Kurdistan del sud e il Kurdistan nel nord in questo, la guerra a Çelê è parte di questo. In questo modo vogliono dividere il Kurdistan dal Mediterraneo e dal Mar Caspio con un muro del genere. I fratelli Altan sono stati catturati, gli auguriamo resilienza. Coloro i quali criticano questo dicono “il Paese sta diventando un carcere”. Non è solo la pressione interna nel Paese, il Paese stesso sta costruendo muri intorno ai suoi confini come un carcere, sta mettendo filo spinato e scavando fossati. Né la società in Turchia né le potenze globali devono sostenere le attuali politiche e la mentalità. Il prolungamento delle politiche e della mentalità che Erdoğan rappresenta pesa molto su Kurdistan, Turchia e Medio Oriente. Causa tutti questi spargimenti di sangue, massacri e sofferenze. Coloro i quali chiudono gli occhi diventano anch’essi complici in questo. Erdoğan e i funzionari di governo dell’AKP hanno dichiarato che “vogliono riportare la Siria al suo stato prima del 2011” e che verrà “distrutto in sei mesi”, riferendosi al Rojava. Cosa dovrebbero fare le forze locali del Rojava e della Siria contro queste minacce? Riportare la Siria al suo stato prima del 2011 significa costruire una dittatura fascista di Stato nazione simile a quella in Turchia mettendo da parte gli sviluppi in Siria e distruggendo gli sviluppi democratici nel Rojava. Turchia e Siria in passato erano compagni, erano due Stati ma come un solo governo. Ora vogliono tornare a quella posizione. Ma nessuno vorrà essere come la Turchia. Al contrario hanno una missione e una responsabilità come quella di cambiare la Turchia. Crediamo che i popoli della Siria e la comunità araba non ci crederanno. Il conflitto in Arabia non è osservato solo sulla base di richieste di forze straniere. Dinamiche interne hanno svolto un ruolo in questo e hanno difeso l’esistenza e la volontà della comunità araba contro l’Arabia divisa nata dalla Prima Guerra Mondiale e l’arabismo è stato ridotto a uno status di seconda classe. L’opposizione araba non accetterà più il risultato uscito dalla Prima Guerra Mondiale. Gli arabi non possono più essere una società di seconda classe del Medio Oriente. Il popolo arabo ha partecipato o ha guidato molte rivoluzioni. C’è una ragione per la quale la rivoluzione islamica si è sviluppata e sono cresciute tutte le religioni. Non accettano lo status attuale e la loro resistenza nasce da questa obiezione. Intellettuali, politici e comunità arabe vedranno meglio le verità e considereranno di lottare insieme ad altri popoli per creare un nuovo Medio Oriente democratico. In particolare garantiranno la partecipazione e lo sviluppo delle relazioni curdo-arabe su una base potente e democratica. Il terreno più importante questo per questo è la Siria dove i anche i curdi hanno sviluppato una rivoluzione di libertà, sono diventati consapevoli e si sono organizzati. La comunità araba ha certamente una certa consapevolezza e volontà a livello delle tribù e di vari partiti. Questi devono essere uniti nella stessa pentola che è la Siria democratica. Questa potrebbe essere una confederazione o una federazione, ma c’è un assoluto bisogno di una nuova Siria democratica. Questa realtà deve essere compresa in primo luogo dal governo di Bashar Assad. Questo può essere ottenuto se il regime di Assad desidera eliminare le imposizioni della Turchia, supera il fascismo dello Stato nazione e sviluppa liberamente relazioni con i curdi. Assad non può essere contro la Turchia imitando le pratiche della Turchia. Da questo punto di vista la Siria potrebbe essere un modello ad interim e un punto di partenza. Facciamo appello ai popoli, agli intellettuali e alle forze politiche della Siria di porre le fondamenta di una tale Siria democratica e di unirsi sotto questo tetto. Anche i curdi del Rojava devono adottare questo approccio. Devono considerare di generare un’identità curda libera e un Kurdistan libero in una Siria democratica e di fare tutto ciò che è necessario per realizzare questo obiettivo. Il Kurdistan Rojava dovrebbe essere resa un’iniziativa maggiore e di guida della Siria democratica. ISIS fino ad ora è stato un pericolo, ma esiste un secondo pericolo al momento e sorpassa ISIS; è la mentalità e l’esistenza dello Stato turco. Tutti i popoli del Rojava e della Siria devono vedere chiaramente questa verità. I curdi del Rojava, giovani e anziani allo stesso modo, devono organizzarsi sulla base della “realtà di un popolo in battaglia” come viene definito dal leader Apo. Tutto deve basarsi sulla resistenza perché esiste un’enorme minaccia e una vita libera non si può raggiungere senza garantire l’esistenza e la sicurezza.

In piazza per Kurdistan info per PULMAN

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IN PIAZZA PER IL KURDISTAN * Per fermare l’invasione turca del Rojava; contro la sporca guerra della Turchia al popolo curdo e sulla pelle dei profughi e rifugiati * Contro la repressione della società civile, del movimento curdo e di tutte le forze democratiche in Turchia * Contro la barbarie dell’Isis per l’universalismo dei valori umani; * Per il Confederalismo Democratico * Per bloccare il supporto delle potenze internazionali e locali, in particolare USA e UE alla Turchia e mettere fine al vergognoso accordo sui profughi * Per la fine dell’isolamento e per la liberazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan IN PIAZZA PER IL KURDISTAN ROMA – PORTA PIA ORE 14.00 SABATO 24 SETTEMBRE https://www.facebook.com/events/1420836301277649/?active_tab=posts INFO DEI PULLMAN DA DIVERSE CITTA' ITALIANE..... PULLMAN DA BRECIA a Roma in solidarietà al popolo curdo! Pullman da Brescia promosso da CSA Magazzino47, Associazione Diritti per tutti, Cobas Brescia, Rete Kurdistan Brescia. Partenza ore 5.00 dal CSA Magazzino47, via Industriale. PER INFO E PRENOTAZIONI CHIAMARE 030-45670 Radio Onda d'Urto. https://www.facebook.com/events/532202913638433/ ** BUS da MILANO! Sabato 24/9 a Roma si terrà il corteo nazionale di solidarietà "In piazza per il Kurdistan!". Anche da Milano partirà un pullman di solidali e attivisti a sostegno della causa curda in Turchia e del confederalismo democratico in Rojava. Contro la guerra di Erdogan al popolo curdo! Contro l'accordo Ue-Turchia sui profughi! Per la liberazione di Ocalan! E' ora di rompere silenzio, connivenze, ipocrisie! #rojavaresiste PARTENZA H5.30 DA STAZIONE CENTRALE (piazza Duca D'Aosta) COSTO 30 euro a/r PRENOTAZIONI: contattateci su FB alla pagina Rojava resiste oppure scrivete all'indirizzo email rojavaresiste@mail.com (non gmail!), lasciando nome e numero persone. RITORNO H19 da Roma https://www.facebook.com/events/695698983917589/ ** PULLMAN DALLA SUSA E DA TORINO Per info e prenotazioni Daniele 347-3352631 (Val Susa) Veronica 340-4707946 (Torino) https://www.facebook.com/events/100568473739400/ ** BUS DA CATANIA Per Catania bus di linea della Sais partenza alle 20,45 di fronte alla stazione ferroviaria. Per info-prenotazioni da Catania : 3803266160 ** PULLMAN DA BOLOGNA Ya Basta Bologna organizza un pullman per partecipare alla manifestazione nazionale a sostegno del popolo curdo, della rivoluzione democratica in Rojava, per la liberazione di Ocalan e per la fine dell’accordo UE-Turchia contro la libertà di circolazione Partenza pullman sabato 24 settembre ore 7 da Tpo, V. Casarini 17/4 Bologna rientro in serata Costo a/r 28 euro Acquisto biglietti:Mercati di Campi Aperti mercoledì 14 e mercoledì 21 settembrepresso Làbas via Info: yabasta.bologna@gmail.com – 3463024582 ** PULLMAN DALLA TOSCANA Appuntamento dalla Toscana per raggiungere insieme il corteo nazionale a Roma a sostegno della resistenza del popolo curdo Pullman da Pisa e da Firenze Pisa: Massimiliano (349-6924521) Firenze: Nicco (348-7219228)/ Federica (328-4878717) oppure scrivere a info@cpafisud.org https://www.facebook.com/events/1299994450032519/ ** PULLMAN DA CASTEL DEL PIANO /PAGANICO/ GROSSETO PARTENZA ALLE ORE 10.00 DA CASTEL DEL PIANO, ALLE ORE 10.30 DA PAGANICO ALLE ORE 11.00 DA GROSSETO IL PREZZO € 20.00 ANDATA RITORNO! PER INFO E PRENOTAZIONI 3460331406 https://www.facebook.com/events/1832599353626373/ **

‘Nujin’è a Roma, il 30 settembre

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Documentario NUJIN, Nuova Vita di Veysi Altay, è a Roma al Teatro India il 30 settembre ore 18.30 http://www.asiaticafilmmediale.it/wp-content/uploads/2016/09/ASIATICA_PROGRAM_2016.pdf

BIJIclettata per il Kurdistan, il 18 settembre a Roma

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HDP: L’ arresto di Altınörs è un colpo contro la politica democratica

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HDP ha condannato l’arresto del vice-co presidente Alp Altınörs e lo ha descritto come un colpo contro la politica democratica. Il comitato centrale del Partito Democratico dei Popoli ( HDP ) ha rilasciato un comunicato scritto sull’arresto di Alp Altınörs. Il comunicato ha sottolineato che la partecipazione al funerale di Zakir Karabulut, che ha perso la sua vita nella stage del 10 Ottobre 2015 ad Ankara è stata citata come la motivazione per l’arresto e ha espresso che questo è un colpo contro la politica democratica. La dichiarazione è come segue: Gli autori non sono stati portati alla luce e ogni giorno che passa , con nuovi documenti che emergono, cresce fortemente la possibilità che la stage è stata sostenuta dallo Stato. I reali colpevoli della strage del 10 Ottobre ad Ankara devono essere citati a giudizio , ma questo non è ancora accaduto. Invece i politici che partecipano al funerale vengono processati, l’attacco del 10 ottobre ad Ankara è tenuto all’oscuro, la commissione di indagine a questo proposito è stata respinta con i voti dell’AKP.I testimoni anonimi nell’arresto e queste accuse infondate e pretesti immaginari sono prodotti da una mentalità che conosciamo molto bene.” Siamo in attesa di un rientro da un anomalia HDP ha condannato la decisione e ha dichiarato : ” La gente sarà sempre al centro delle nostre politiche democratiche. Continueremo la nostra lotta fino a quando chi ha a che fare con le politiche contro la gente e coloro che illegalmente abusano dell’autorità che hanno preso dalla gente sono processate. Stiamo aspettando la fine immediata di questo ingiusto e illegale arresto, e dunque un ritorno da questa anomali.” Il membro del Comitato Centrale di HDP e vice-co presidente con l’incarico alla crescita Alp Altınörs è stato posto in detenzione la notte del 9 settembre, e portato in tribunale e arrestato improvvisamente oggi in un altra operazione a mezzanotte. Selahattin Demirtaş : Lui è il nostro onore Il co-presidente di HDP Selahattin Demirtaş ha protestato contro l’arresto di Altınörs ache sul suo account Twitter e ha detto: “Alp Altınörs è un rivoluzionario dignitosa con la testa alta.Egli non è un ladro, non è un malvivente, non è un nemico del popolo, egli è il nostro onore “.

Bayık della KCK: La pace e una soluzione sono possibili solo attraverso la lotta

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Il co-presidente del Consiglio Esecutivo della KCK Cemil Bayık ha dichiarato quanto segue in un articolo che ha scritto per i giornali Azadiya Welat e Yeni Özgür Politika che è stato tradotto da ANF English service: “Non ricordiamo un altro leader fascista nella storia del mondo che ammette la sua crudeltà tanto apertamente quanto Tayyip Erdoğan. Tayyip Erdoğan ora dice che sterminerà il popolo curdo, senza bisogno di coperture. Alcune coorti curde potranno desiderare di coprire la faccia fascista di Tayyip Erdoğan, ma Tayyip Erdoğan rompe queste coperture. Dice che metterà fine ai curdi. Dice che non può esserci nazione, volontà politica, amministrazione su queste terre eccetto quella turca. Parlando del “Uno” ogni giorno mostra la sua mentalità dicendo che non riconoscerà i curdi, il Kurdistan e la volontà politica dei curdi. Dicono tutti che continueranno questa guerra fino a quando la guerriglia se ne sarà andata. Nessuno deve aspettarsi un approccio per una soluzione della questione curda dal governo dell’AKP. Coloro che si aspettano passi dal governo dell’AKP dopo questi discorsi e queste pratiche stanno ingannando se stessi. Quando il governo dell’AKP con i suoi alleati fascisti dicono che distruggeranno e stermineranno i curdi, non si può cadere nella disattenzione o abbassare la guardia. La democratizzazione della Turchia e la soluzione della questione curda non è possibile fuori dalla lotta. La risposta data per anni da questo governo agli sforzi del leader Apo è molto chiara. Nel periodo attuale la volontà del popolo curdo è sotto un attacco più diretto. Vogliono completare il genocidio spezzando questa volontà. Questo è molto chiaro, nessuno deve avere dubbi in proposito. La decisione, l’obiettivo, l’approccio e la pratica del colonialismo genocida sono questi. Quello che è importante è quale sarà la posizione del popolo curdo e delle forze della democrazia di fronte a questo. Bisogna vedere una cosa: la questione curda può essere risolta solo attraverso una lotta per la democrazia e un’amministrazione democratica. Dato che la mentalità dominante in Turchia è negazionista e genocida, dato che questa è la politica dello Stato e del governo, è impossibile risolvere la questione curda con gli attuali partiti politici e governi. Perché il problema non è se la richiesta politica è troppo alta o troppo bassa. C’è una politica di negazionismo e genocidio. Quindi solo stabilendo un’amministrazione democratica in Turchia attraverso una lotta per la democrazia e la libertà la questione può essere risolta. Diversamente, con mentalità e governi antidemocratici questa questione non può essere risolta. Non ci si può aspettare un approccio razionale da questi governi. In questo senso è possibile solo far crescere la lotta contro questi governi. Nulla può essere fatto nel nome della democrazia, della libertà e della pace prima di aver compreso questo fatto e senza agire di conseguenza. Chiunque abbia aspettative al fuori di questo quadro sta prendendo in giro se stesso e la gente. E questo consentirà al colonialismo genocida di mettere in atto le sue politiche senza ostacoli. Durante la più recente visita a İmralı, il leader del popolo curdo ha di nuovo fatto l’analisi che se lo Stato vuole, la questione curda può essere risolta in sei mesi. Questo è un fatto. Perché il leader del popolo curdo mira a risolvere la questione curda senza problematizzare i confini dello Stato. E ha espresso questo come autonomia democratica nell’ambito della democratizzazione della Turchia. Questa è la localizzazione della democrazia. Ma la mentalità in Turchia non accetta la liberazione dell’esistenza dei curdi, della loro lingua o cultura; meno che mai soluzioni ragionevoli come questa e quindi usa tutti gli strumenti di guerra fino all’estremo per spezzare la volontà di libertà della popolazione. Con la guerra sporca, con la guerra speciale, vogliono sradicare la lotta del popolo curdo per una vita libera e democratica. Questa realtà mostra che la soluzione della questione curda in Turchia avverrà attraverso la democratizzazione insieme alle forze della democrazia, o con la creazione di una sua propria soluzione democratica da parte del popolo curdo attraverso una società organizzata e democratica e la sua difesa. Queste due opzioni sono interconnesse. Se questa lotta duale viene realizzata, allora la Turchia sarà democratizzata e la questione curda sarà risolta. E a questo scopo la lotta deve aumentare senza mai aspettarsi nulla dai poteri attuali. Senza dubbio ciascuno vuole una soluzione senza difficoltà, senza conflitto e guerra. Il Movimento di Liberazione Curdo ha provato questa via con pazienza, ma non è stata possibile. Il Movimento di Liberazione Curdo ha mostrato gli approcci più ragionevoli, ma non ha funzionato. In questa situazione chiunque pensi che la libertà si possa raggiungere e che la pace possa arrivare senza resistenza, prende in giro se stesso e mette il suo collo sotto la lama del colonialista genocida. In questo senso la pace non può arrivare senza aumentare la lotta e non si può raggiungere una vita libera e democratica. La pace e la soluzione sono possibili solo attraverso la lotta. Tayyip Erdoğan dice che tutta l’oppressione e gli attacchi che ci sono stati fino ad ora sono solo l’inizio, che non si fermerà, che sta continuando e che farà di più. Quindi chiunque sostiene qualcosa di diverso dalla lotta, sta servendo agli scopi del colonialismo genocida. In questo senso, a qualsiasi discorso di pace che non chiede di sviluppare la lotta o che non tende attivamente a sviluppare la lotta non va ascoltato. In questo senso, l’unico pensiero nelle menti di coloro che vogliono la pace e una soluzione deve essere lotta, lotta, lotta.”

Documentato … i mercenari di is spendono molti soldi per le armi

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mimbic

Il Consiglio militare di Manbiji ha trovato documenti che dimostrano che i mercenari di is hanno speso enormi quantità di denaro al mese per prendere diversi tipi di armi, tra cui auto bombe. I documenti mostrati sui mercenari di is dimostrano che spendono molti soldi al mese per prendere alcune armi come mortai, mine e automobili bombe. I documenti sono a cadenza mensile come " ufficio di sviluppo e produzione nello stato di Aleppo" non viene mostrata la parte della relazione già inviata. Il rapporto inviato il 28 Febbraio mostra la consegna di armi e munizioni ai gruppi mercenari di ISIS chiamati, "al-Faruq, Al-Amin, Furqan." Le armi includono 6.500 proiettili, 500 razzi, 2.300 ordigni esplosivi, più di 58 pistole e 13 auto bombe. Il rapporto dimostra una spesa finale di circa 260 mila dollari per queste armi. I mercenari di is hanno come fonte principale per il denaro il petrolio e spesso utilizzano scambi non ufficiali con la Turchia per vendere il petrolio. La zona di confine di Ezaz oltre ad alcune altre zone nella campagna settentrionale di Aleppo hanno subito la distruzione di decine di serbatoi pieni di petrolio. Gli aerei da guerra russi di stanza nella base di Hemamim hanno fatto decine di voli sulla campagna settentrionale di Aleppo negli ultimi mesi dello scorso anno e la Russia ha accusato la Turchia di acquistare il petrolio dai mercenari. Nelle immagini satellitari riprese dalla Russia il 14 novembre dello scorso anno si è riscontrato che ci sono stati più di 1,1 mila camion nella regione di Zakho, nel nord dell'Iraq che sono passati in Turchia. La zona di Zakho è controllata dai militanti del Partito Democratico del Kurdistan, guidato da Masoud Barzani, nel Sud Kurdistan.

La barbarie dell’esercito turco continua

Due ragazzi del Cantone di Afrin sono stati torturati dall’esercito turco mentre cercavano di attraversare la frontiera con il Bakur (Turchia).

Mazen Hanan di 19 anni e Abdu Alrehman Hamid di 36 cercavano di attraversare la frontiera vicino al villaggio di Marawania nel quartiere Shie per portare i rifornimenti alla loro famiglia quando l’esercito turco li ha fermati e torturati.

Dopo che l’esercito turco ha lanciato i due ragazzi dall’altra parte del confine della frontiera, i residenti li hanno portati presso un ospedale. Secondo l’ufficio investigativo di Asayîş ad Afrin uno risultava gravemente ferito al piede e l’altro alla mano sinistra.

Un medico ha perso la vita nel quartiere curdo di Sheikh Maqsud
Il Movimento della Società Democratica del quartiere di Sheikh Maqsud ha rilevato il registro del medico della clinica della Mezza Luna Rossa e membro del Movimento della Società Democratica che ha perso la vita durante i bombardamenti dei gruppi mercenari sul quartiere.

Il medico Shahid Jamil era arabo, nato nella città di Dayr al-Zor e lavorava nella clinica della Mezza Luna Rossa a Sheikh Maqsud, il quartiere curdo che fornisce assistenza alle persone della zona dati i continui attacchi dei mercenari della coalizione.

Mozione approvata da Bolzano: solidarietà a Rojava

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sudtirol

Dieter Steger (SVP) ha presentato mozione n 663/16, Solidarietà e sostegno alla popolazione e alle esperienze democratiche nel territorio di Rojava (co-firmata dai conss. Bizzo, Kompatscher, Hochgruber Kuenzer, Noggler, Schiefer, Stirner, Theiner, Widmann, Tommasini, Amhof, Achammer, Deeg, Mussner, Renzler, Schuler, Stocker, Tschurtschenthaler e Wurzer). Si tratta, ha spiegato Steger, di autorità autonome ed elettive, le Regioni autonome democratiche di Jazira/cizire, Afrin/Efrin e Kobane, create a scopo di autotutela dalla popolazione di Rojava, nel nord della Siria, multietnica e multireligiosa ancorché a prevalenza curda, per difendersi dall’avanzare dello Stato islamico. Queste entità politico-istituzionali si basano su valori e principi democratici e rispettano le differenze culturali e di genere, sulla base della Carta del Contratto sociale del Rojava, una sorta di costituzione. le popolazioni di questo territorio e il loro autogoverno hanno ottenuto il sostegno della Camera dei Deputati e del Consiglio d’Europa, e la provincia autonoma di Bolzano, caratterizzata da un’esperienza positiva di pluralismo, convivenza e autonomia, si riconosce nei principi difesi nel territorio di Rojava. Pertanto, si impegna la Giunta (1) a esprimere solidarietà alla popolazione e alle autorità di Rojava, (2) a sviluppare iniziative di sostegno per la promozione e salvaguardia delle esperienze autonomistiche a Rojava, nella prospettiva di un Paese libero, democratico, pluriculturale e pluriconfessionale, (3) a sollecitare il Governo italiano, le ONG e le associazioni impegnate per la pace e la cooperazione internazionale a sostenere la popolazione di Rojava, (4) a chiedere al governo di promuovere la sensibilizzazione internazionale su questa realtà, (5) promuovere e intraprendere forme di cooperazione e collaborazione internazionale per diffondere i valori e i principi adottati dalla popolazione di Rojava e condivisi dalla provincia autonoma di Bolzano. Bernhard Zimmerhofer (STF) ha individuato nell’ipotesi di pluriculturalismo un aspetto problematico, in quanto esso non va visto sempre positivamente, e qui si vedrebbe l’influenza del PD sulla SVP. la causa dei conflitti in queste zone ma anche in Eritrea e Libia dipende quasi sempre dalle potenze coloniali, che hanno stabilito confini aleatori. Paul Köllensperger (Movimento 5 Stelle) ha appoggiato la mozione, definendo “assurda” la situazione dei Curdi, ora perseguitati dalla Turchia; l’Italia si dovrebbe impegnare affinché la Turchia, partner nato, non bombardi le zone abitate dai Curdi. Il consigliere ha chiesto di ampliare la mozione a progetti umanitari nella zona. Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha appoggiato la mozione, sottolineando che l’amministrazione di Kobane è democratica, per certi versi socialista, un progetto territoriale indipendentemente da lingua e religione. Curioso é che la mozione inviti la Giunta ad attivarsi, e sia nello stesso tempo firmata da tutti i componenti della Giunta. Sigmar Stocker (Die Freiheitlichen)ha approfittato dell’occasione per chiedere come la Provincia di Bolzano aiuta i terremotati del centro Italia. Hans Heiss (Gruppo Verde) ha evidenziato che a Bolzano c’é l’Iveco, che produce mezzi militari in passato venduti alla Russia, ora a quanto pare utilizzati in Siria con brutalità: quindi proprio dall’Alto Adige arrivano armamenti che mettono in difficoltà la popolazione, e questo lascia l’amaro in bocca. Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto di conoscere poco della regione di cui si parla, e che ci vorrebbe un approfondimento. Rapporti di organizzazioni umanitarie, per esempio, criticano molto il Governo locale. Forse è più opportuno appoggiare piccoli progetti concreti. Anche Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) si è detta scettica, in particolare sulle persone di contatto, e si é chiesta perché ci si concentra proprio su questa regione, e come é possibile verificare che i fondi sono utilizzati bene. Mozioni di questo genere, ha detto Andreas Pöder (BürgerUnion-Südtirol-Ladinien) non dovrebbero essere così specifiche e piene di dettagli. Egli ha chiesto la votazione per punti separati. Il pres. Arno Kompatscher ha chiarito che si é scelto questa Regione in quanto c’è stata una richiesta concreta, poiché l’Autonomia potrebbe essere per essa una possibile soluzione per questa regione; in merito ci si é confrontati con una ONG operante in zona. Non si tratta di rafforzare il Governo locale, ma di restare in contatto per raggiungere queste finalità, che riguarda diversi gruppi etnici. In quanto alla cooperazione dello sviluppo, si continua a sostenere a livello di Euregio, scegliendo piccoli progetti che sono verificabili e vanno a conclusione. In quanto alle zone terremotate, é stato aperto un conto a sostegno di Caritas e Croce rossa, la Provincia ha deciso di sostenere progetti concreti, in collaborazione con Euregio, Regione e Provincia autonoma di Trento. C’è anche un accordo perché i dipendenti dell’amministrazione pubblica possano donare ore di lavoro. Per quanto riguarda la mozione, si tratta di una dichiarazione di solidarietà che non prevede fondi aggiuntivi. La mozione é stata votata per parti separate e approvata a maggioranza. http://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=561181

Una nuova politica di assimilazione: La sospensione degli insegnati

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egitimsen

4.800 insegnanti , in gran parte membri del Sindacato dei lavoratori della scienza e dell’educazione (Eğitim-SEN), sono stati sospesi dal loro incarico a Diyarbakir. La co-presidente della sezione N°1 di Eğitim-Sen Hava Karahancı ha chiesto alle famiglie di lottare contro la politica di assimilazione e di sostenere il diritto all’istruzione. 11.300 insegnanti sono stati sospesi dal loro incarico sulla base del decreto legge pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 1° settembre. Molti degli insegnanti sono membri Sindacato dei lavoratori della scienza e dell’educazione (Eğitim-SEN), e hanno espletato il loro incarico in Kurdistan. Solo a Diyarbakir sono stati sospesi 4.800 insegnanti. Hava Karahancı ha fornito informazioni in merito alla questione e ha sottolineato che i nuovi insegnanti designati renderanno la politica di assimilazione più profonda. Hava ha affermato: ” La principale ragione è quella di ridurre al silenzio i gruppi di opposizione e di collocare dipendenti a contratto che obbediscono al governo nei posti degli insegnanti sospesi, e perciò creeranno una politica che consenta un potere duraturo. Intendo che essi vogliono creare una politica di paura nella società, dissipando i gruppi di opposizione, che sostengono l’educazione laica e scientifica”. L’AKP vuole collocare gli insegnanti scelti dall’AKP nei posti degli insegnanti sospesi; essi hanno previsto come influenzare le prossime generazioni,ha dichiarato Hava. C’è una guerra e una violazione dei diritti in questa regione da più di 30 anni. Le persone hanno sofferto per anni. La politica di assimilazione ha influenzato negativamente la gente. Questo impiego causerà un effetto negativo sulla psicologia dei ragazzi. I ragazzi in questa regione mostrano interesse nei loro insegnanti e loro sono stati con i loro insegnanti per anni. La sospensione dei loro insegnanti li colpirà malamente e i ragazzi saranno soggetti a una politica di assimilazione, perchè gli insegnanti designati saranno scelti dall’AKP e loro collocheranno il loro personale in queste posizioni. Si cerherà di educare un monotipo di bambino. Alla fine, Hava ha sottolineato che ognuno deve lottare contro la politica di assimilazione e difendere il diritto all’educazione allo scopo di impedire queste pratiche illegali.

Lettera delle donne di Rete Kurdistan

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jinjiyanazadi1

Care compagne, il 24 Settembre si terrà una mobilitazione unitaria a Roma alle 14 a Porta Pia contro la guerra turca al popolo curdo , contro l’accordo Ue – Turchia e per la liberazione di Ocalan.Sulla scorta dell’APPELLO DELLE DONNE lanciato da Donne Rete Kurdistan (http://www.retekurdistan.it/2016/08/appello-delle-donne-di-rete-kurdistan-a-sostegno-del-rojava/) richiamiamo alla partecipazione in sostegno al movimento di liberazione delle donne e al popolo curdo. Il movimento di liberazione delle donne, le pratiche e la conoscenza da esso prodotte sono state sino ad oggi la base per una società libera e democratica su cui si fonda il confederalismo democratico in Siria. E’ importante mostrare la propria solidarietà in un momento così delicato per la rivoluzione sociale del Rojava e per la repressione in Bakur acuita dalla Turchia post golpe di Erdogan. In questi territori le organizzazioni autonome delle donne hanno proposto in un movimento che dura 40 anni, un radicale cambiamento nel modo di intendere l’organizzazione, la storia, la società indicando un modello di convivenza alternativo e oltre i nazionalismi, basato sull’autorganizzazione, l’ecologia e l’autodifesa. E proprio nel campo dell’autodifesa, ci troviamo oggi di fronte a rappresentazioni mediatiche violente e sessiste che ritraggono spesso le guerrigliere secondo i canoni capitalisti occidentali, paragonandole ad attrici hollywoodiane, svalorizzando così il portato di liberazione delle combattenti. L’intera filosofia delle Unità di difesa femminili YPJ è di combattere il sessismo e di prevenire che le donne vengano usate o ritratte come oggetto sessuale. Questa filosofia si contrappone alle violente politiche di repressione che non lasciano indenne nessuno e che avvengono oggi in Turchia, anche, come recentemente è avvenuto contro militanti del mondo LGBTQ. La filosofia dell’autodifesa in ogni ambito della società mostra anche come l’organizzazione autonoma delle donne in ogni momento della vita è condizione primaria e necessaria per una trasformazione sociale e per uno sviluppo di convivenza pacifico tra differenze per tutto il Medio Oriente e non solo. Per supportare la lotta curda di liberazione delle donne e il popolo curdo e la rivoluzione sociale in Rojava, è quanto mai necessaria in questo momento una numerosa partecipazione da parte delle compagne che hanno sostenuto e sostengono il movimento di liberazione curdo. Non è più possibile stare a guardare in silenzio. In un’ampia solidarietà femminista internazionale chiamiamo tutte le reti di donne, femministe, queer, lesbiche, alla partecipazione alla “Manifestazione in piazza per il Kurdistan , Sabato 24 settembre, H 14 Porta Pia Donne-Rete Kurdistan

Appello per una mobilitazione nazionale a Roma il 24 settembre a sostegno del popolo curdo e della rivoluzione democratica in Rojava, per la liberazione di Ocalan

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Da oltre un anno nelle zone curde della Turchia è in corso una sporca guerra contro la popolazione civile. Dopo il successo elettorale del Partito Democratico dei Popoli (HDP), che ha bloccato il progetto presidenzialista di Erdogan, il governo turco messo intere città sotto a pesanti coprifuoco e in stato di emergenza, con migliaia tra morti, feriti, arrestati e deportati. Dopo il fallito “tentativo di golpe” del 15 luglio Erdogan ha dato il via al terrore con il repulisti di accademici, insegnanti, giornalisti, magistrati, militari, medici, amministratori, impiegati statali, invisi al regime: migliaia di licenziamenti e arresti; chiusura di giornali, stazioni radio-televisive, centri di cultura e sedi di partito. Resta forte preoccupazione per le condizioni di sicurezza e di salute del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, di cui dopo un anno di silenzio imposto dallo Stato turco, si sono finalmente avute notizie, ma che resta segregato in isolamento totale. Abdullah Öcalan, legittimo rappresentante del popolo curdo, è indispensabile alla risoluzione della questione curda nell'ambito della democratizzazione della Turchia e del Medio Oriente, così come tracciato nel disegno del Confederalismo Democratico. Il 24 agosto 2016 l’esercito turco ha invaso la città di Jarablus con il pretesto di combattere il terrorismo e lo Stato Islamico (IS) però di truppe appartenenti a gruppi islamisti. Gli attacchi dell’esercito turco non sono diretti contro ISIS ma contro le Forze Democratiche Siriane (SDF) e l'insorgenza liberatrice curda nei territori del Rojava. L'invasione turca del nord della Siria aumenta il caos esistente nella regione inferocendo la guerra civile, creando nuovi rifugiati e nuovi disastri umanitari. Gli Stati Uniti e l’Europa non solo hanno chiuso un occhio su questi attacchi, ma stanno fornendo il sostegno allo Stato turco che con la complicità dell’UE continua a usare i profughi come arma di ricatto. TUTTO QUESTO DEVE FINIRE! RIFIUTANDO IL VERGOGNOSO ACCORDO UE-TURCHIA, CHE LEDE I DIRITTI UMANI DEI PROFUGHI E FINANZIA LA GUERRA SPORCA CONTRO IL POPOLO CURDO. Il popolo curdo insieme agli altri gruppi etnici, religiosi e culturali ha costituito una Confederazione Democratica nel nord della Siria, il Rojava, dove coesistono pacificamente e nel rispetto reciproco popoli e fedi religiose diversi tra loro. Questo modello rappresenta una prospettiva ed un valido esempio per una Siria democratica; per questo è necessario sostenere questa esperienza di rivoluzione sociale di cui sono state protagoniste in primo luogo le donne. Ora questa esperienza democratica decisiva per le sorti di un altro Medio Oriente rischia di essere cancellata dall'invasione turca. E' urgente la mobilitazione internazionale a fianco del Rojava , della lotta di liberazione del popolo curdo e della rivoluzione democratica SCENDENDO PIAZZA IL 24 SETTEMBRE A ROMA * Per fermare l'invasione turca del Rojava; contro la sporca guerra della Turchia al popolo curdo e sulla pelle dei profughi e rifugiati * Contro la repressione della società civile, del movimento curdo e di tutte le forze democratiche in Turchia * Contro la barbarie dell'Isis per l'universalismo dei valori umani; * Per il Confederalismo Democratico * Per bloccare il supporto delle potenze internazionali e locali, in particolare USA e UE alla Turchia e mettere fine al vergognoso accordo sui profughi * Per la fine dell'isolamento e per la liberazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan

IN PIAZZA PER IL KURDISTAN ROMA - PORTA PIA ORE 14.00 SABATO 24 SETTEMBRE

Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia Rete Kurdistan Italia

Adesioni :

ARCI Nazionale; Fiom CGIL ; Confederazione COBAS ; USB L'Unione Sindacale di Base; CUB Confederazione Unitaria di Base Regione Lazio; USI Unione Sindacale Italiana, CIB UNICOBAS; Un ponte per... ; Casa Internazionale delle donne di Roma; UDI Nazionale l’Unione delle Donne Italiane; SCI Servizio Civile Internazionale;Associazione Nazionale Giuristi Democratici; AED Avvocati Democratici Europei; ANPI Provinciale Roma e del Lazio, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua; Attac Italia; Coordinamento NO TRIV; Abitare nella Crisi / Movimento di lotta per la casa; Movimento  NO  TAV, CISS Cooperazione Internazionale Sud Sud

Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo; Michele Conia, Sindaco di Cinquefrondi; Amministrazione Comunale di Livorno; Comune di Pegognaga;

SI- Sinistra Italiana; PRC Partito della Rifondazione Comunista; L'Altra Europa con Tsipras;  FAS La Federazione Anarchica Siciliana; Gruppo Anarchico "Carlo Cafiero" - FAI Roma ; Rete dei Comunisti; Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia; Gruppo Anarchico Alfonso Failla, FAI; Giovani Comunisti/e

Donne Diritti e Giustizia; Casa delle donne Lucha y Siesta;Trama di Terre/Centro Interculturale delle donne; Legal Team Italia, Associazione SenzaConfine; Associazione Progetto Diritti Onlus; Associazione Verso il Kurdistan; Associazione Modena Incontra Jenin; Associazione Pisorno; Associazione ADIF;Associazione I-Blu;Art21; Associazione Culturale La Lotta Continua; Medicina Democratica Onlus; Associazione Sì, Toscana a Sinistra, Action Diritti in Movimento-Roma; Il Consiglio per la Comunità Armena di Roma; Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese; Rete ACT! Agire Costruire Trasformare; Alternativa Libertaria/fdca; Libert'Aria; Coordinamento regionale siciliano dei Comitati NoMuos; Costituzione beni comuni-Milano; Collettivo EXIT di Barletta; Circolo Pink Verona; GIGA Il Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati; La Rete Primo Marzo;  Associazione del Forum drll; Comunita straniere in Italia

Carovana per il Rojava-Torino; CS Gabrio – Torino; Cpa Firenze sud; Casa Madiba Network di Rimini; BuongiornoLivorno; Lsa 100celle;Lavoro Società Sinistra sindacale confederale CGIL; Nexus Emilia Romagna; Osservatorio Repressione; Officine Civiche di Ciampino; perUnaltracittà-Firenze; Piattaforma Pirata ; Scuola Mondo San Giuliano Terme APS; Sinistra Anticapitalista Brescia; Sinistra Anticapitalista;Malamente dalle Marche; MCE, Movimento di cooperazione educativa; Spazio Antagonosta NEWROZ -Pisa; Il Collettivo Comunista (marxista-leninista) di Nuoro; CUA Collettivo Auitonomo Universitario-Pisa; CASP Collettivo Autonomo Studenti Medi-Pisa; Rete Studenti -Salerno; Officina 99 + Laboratorio SKA - Napoli; CSOA e Spazi Sociali Roma: Collettivo Nodo Solidale -Roma, Csoa La Strada - Roma; Casetta Rossa, Spazio Pubblico per l'Autogoverno - Roma ; Ex Snia -Forte Prenestino-Corto Circuito- L38 -LOA Acrobax -Strike -Astra- Casale Alba 2 - Casale Falchetti; Rete Antifascista Ternana; CSOA Cartella-Reggio Calabria; Csoa Askatasuna Torino

Dario Fo, attore, Premio Nobel per la letteratura (1997); Moni Ovada, attore; Arturo Scotto, capogruppo SI-SEL Camera dei deputati;Erasmo Palazzotto, vice presidente Commissione Esteri Camera dei deputati;Peppe de Cristofaro, vice presidente commissione Esteri Camera dei deputati;Franco Bordo, deputato SI-SEL;Giovanni Paglia, deputato SI-SEL; Giovanna Martelli, deputata SI-SEL;Antonio Placido, DeputatoSI-SEL; Nicola Fratoianni, deputato SI-SEL, coordinatore naz. SEL; Eleonora Forenza, europarlamentare Altra Europa con Tsipras GUE-NGL ; Luisa Morgantini, AssoPaace Palestina; Vittorio Agnoletto, MD, ex membro del Parlamento Europeo; Paolo Ferrero Segretario PRC-SE;Simone Oggionni, Segreteria Nazionale Sel; Maurizio Acerbo, segreteria nazionale Rifondazione Comunista; Vincenzo Fumetta, segretario provinciale di PRC ; Claudia Candeloro, portavoce nazionale giovani comunisti/e e giurista; Andrea Polacchi, Presidente Arci Torino; Gian Luigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia; Alfonso Navarra, Loc; Amedeo Ciaccheri, consigliere Municipio Roma VIII; Raul Mordenti, Docente 2° Università Roma; Maurizio Donato, Docente Università Teramo; Angela Bellei, Associazione Azad; Andrea Caselli, CGIL Emilia Romagna; Gianluca Peciola,Sel; Gianni Sartori,giornalista; Gippò Mukendi Ngandu, l'esecutivo di Sinistra Anticapitalista; Livio Pepino, giurista, Torino; Massimiliano Smeriglio,Sel; Massimo Torelli, L'Altra Europa con Tsipras; Marco Furfaro, Sel; Prof. Roberto Suozzi, Medico e Famacologo Clinico; Pilar Castel, autrice; Italo Di Sabato; Angelo Baracca, Stefano Mantovani, Nicoletta Bernardi;

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CONFERENZA STAMPA PRESENTAZIONE MANIFESTAZIONE: “IN PIAZZA PER IL KURDISTAN”

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cameradeideputati

DOMANI 20 SETTEMBRE ORE 13 SALA STAMPA MONTECITORIO Si terrà domani 20 settembre 2016 alle ore 13 presso la sala stampa di Montecitorio la conferenza stampa di presentazione della manifestazione “IN PIAZZA PER IL KURDISTAN” che si svolgera’ a Roma sabato 24 Settembre 2016 alle ore 14.00 promossa tra gli altri dall’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia, Rete Kurdistan Italia, ARCI Nazionale; Fiom CGIL ; Confederazione COBAS; USB L'Unione Sindacale di Base; Un ponte per... ; Casa Internazionale delle donne di Roma; SCI Servizio Civile Internazionale; Associazione Nazionale Giuristi Democratici; ANPI Provinciale Roma e del Lazio; Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua; Attac Italia; Coordinamento NO TRIV; Associazione Progetto Diritti Onlus; Associazione Verso il Kurdistan. Da oltre un anno nelle zone curde della Turchia è in corso una guerra sporca contro la popolazione civile. Dopo il successo elettorale del Partito Democratico dei Popoli (HDP), che ha bloccato il progetto presidenzialista di Erdogan, il governo turco messo intere città sotto pesanti coprifuoco e in stato di emergenza. Il fallito tentativo di golpe del luglio scorso ha dato il via al terrore con il repulisti di accademici, insegnanti, giornalisti, magistrati, militari, medici, amministratori, impiegati statali. Resta forte preoccupazione per le condizioni di sicurezza e di salute del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan. Il popolo curdo insieme agli altri gruppi etnici, religiosi e culturali ha costituito una Confederazione Democratica nel nord della Siria, il Rojava, dove coesistono pacificamente e nel rispetto reciproco popoli e fedi religiose diverse tra loro. Questo modello rappresenta una prospettiva ed un valido esempio per una Siria democratica; per questo è necessario sostenere questa esperienza di rivoluzione sociale di cui sono state protagoniste in primo luogo le donne. Ora questa esperienza democratica decisiva per le sorti di un altro Medio Oriente rischia di essere cancellata dall'invasione turca. E' urgente la mobilitazione internazionale a fianco del Rojava e della lotta di liberazione del popolo curdo. Roma, 19 settembre 2016

Il 24 settembre a fianco dei Kurdi, traditi e pugnalati alle spalle

Afferma un antico detto kurdo: “i Kurdi hanno un solo amico: le montagne”. Triste proverbio che esprime l’esperienza millenaria di un popolo combattivo i cui diritti non sono ancora stati riconosciuti da nessuno Stato, compresi quelli occidentali che di diritto e democrazia (a parole) si riempiono la bocca ad ogni pié sospinto. Triste proverbio, la cui attualità pare confermata dai più recenti sviluppi della situazione siriana. Parlo dell’avallo in pratica concesso all’invasione turca della Siria, perpetrata da Erdogan con lo scopo evidente di annientare le forze kurde dell’YPG. Avallo concesso un po’ da tutti i protagonisti principali della scena politica internazionale. Innanzitutto gli Stati Uniti, che hanno subito ancora una volta il ricatto turco, dovendo tener conto del fatto che il regime fascista di Erdogan costituisce uno dei principali baluardi della NATO. Ma anche della Russia, che sembrerebbe aver chiuso uno o entrambi gli occhi di fronte all’evidente violazione del diritto internazionale compiuta dall’ex aspirante Sultano. Per non parlare ovviamente degli Stati minori, tra i quali tutti quelli europei, che si sono sempre prostrati, Merkel e Renzi in testa, di fronte ad Erdogan nella demenziale illusione che quest’ultimo potesse risolvere il problema dei profughi.

Situazione assolutamente ingiusta ma anche paradossale. Tutti, a parole, grandi nemici dell’ISIS, ma tutti altrettanto pronti ad abbandonare al suo destino l’unico effettivo antagonista del Califfo, le Forze democratiche siriane nate su iniziativa dei Kurdi e che includono oggi anche molti arabi ed appartenenti ad altre etnie, che sono presenti anche negli organismi direttivi di tale formazione in base al principio democratico della pari rappresentanza, coerentemente applicato unitamente a quello dell’uguaglianza di genere. Principi democratici, che tutti, e soprattutto i sedicenti democratici Paesi occidentali, compreso il nostro, professano e sostengono contro la barbarie del fondamentalismo islamico. Ma che i loro governanti cialtroni ed ipocriti, da Obama alla Merkel passando per Renzi, sono pronti ad affossare nei fatti voltando le spalle in modo assolutamente vergognoso agli unici che in questi anni hanno saputo coerentemente rintuzzare il Califfato pagando per questo un ingente tributo di sangue.

Posizione a dir poco schizoide che raggiunge il suo livello massimo nel comando statunitense, sprofondato in un marasma senza pari. Da un lato vorrebbero appoggiare i Kurdi e le Forze democratiche siriane perché sanno bene che sono gli unici in grado di farla finita con l’ISIS, dall’altro blandiscono Erdogan perché temono di perderlo, dall’altro ancora bombardano le forze governative siriane causando molte perdite a causa di un “errore”, che se anche tale fosse, il che è più che lecito dubitare, sarebbe di natura a dir poco criminale, con la mano destra combattono l’ISIS e le altre formazioni terroriste e fondamentaliste, ma con quella sinistra li aiutano, riforniscono e proteggono, direttamente o mediante i fedeli alleati che hanno nella zona e cioè la già citata Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar.

Quello che dovrebbe essere il Paese guida della comunità internazionale fa così una figura davvero disastrosa, scontando le ambiguità della sua politica che, occorre non dimenticarlo, è alla base di tutti i guai della regione che si stanno rapidamente riversando sotto varie forme anche sul resto della pianeta, a cominciare ovviamente dall’Europa, a sua volta schizoide e ad ogni modo subalterna nei confronti dei padroni di sempre. Basti pensare al fatto che il criterio convenuto con i Russi, isolare i terroristi dagli altri combattenti antigovernativi, non può funzionare in modo adeguato perché tra i combattenti antigovernativi vi sono forze fondamentaliste e terroriste al pari dell’ISIS, con cui si mescolano e si appoggiano reciprocamente.

Quello che gli Stati non vogliono capire, anche perché si pone in opposizione alle loro politiche di potenza, e qui il discorso deve necessariamente allargarsi a Russia, Iran e governo siriano, è che l’alternativa proposta dai Kurdi, appunto per la sua natura democratica e plurietnica, costituisce l’unica alternativa possibile alla guerra e per costruire una nuova Siria. Per questo va respinto l’attacco di Erdogan e deve cessare l’invasione turca della Siria. Per questo deve cessare anche l’azione genocida del governo turco contro i Kurdi all’interno della Turchia, che si accompagna alla selvaggia repressione contro ogni dissenso. Questo chiederemo nel corso di una manifestazione nazionale convocata per sabato prossimo 24 settembre a Roma, che servirà a denunciare anche l’ignobile ipocrisia di molti governi, compreso il nostro.

di Fabio Marcelli

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